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Più di 100 proiettili... inediti: il fumetto dark di Eduardo Risso in mostra a Roma

Fantascienza, crimine, supereroi. C’è questo – e molto di più – nelle 80 tavole originali di Eduardo Risso, in mostra dal 17 maggio al 6 luglio presso la Sala Dalì dell’Instituto Cervantes di Roma. Più di 100 proiettili, questo il titolo scelto per la personale presentata in collaborazione con ARF! Festival, si prospetta come un viaggio tra stili, tecniche e generi, dove Batman e il Moloch di Before Watchmen convivono con atmosfere western (The Blood Brothers Mother) e con un universo horror farcito di zombie nazisti e licantropi hillbilly (Sgt. Rock Vs. The Army of the Dead, Moonshine).
Una mostra che ha come obiettivo quello di andare in profondità, oltre il successo planetario di 100 Bullets, la serie noir scritta per la linea Vertigo della DC Comics che negli anni ’90 consacrò il talento del fumettista argentino, vincitore (insieme a Brian Azzarello) di ben quattro Eisner Awards. “Con questa esposizione dedicata all’arte di Eduardo Risso – afferma Stefano ‘S3Keno’ Piccoli, direttore di ARF! Festival e curatore della mostra – vogliamo proseguire quello stesso percorso intrapreso con altri grandi autori internazionali come David Aja, Frank Quitely e Darwyn Cooke che, nel pubblicare per la Marvel e la DC, riescono magistralmente a far convivere le leggendarie icone pop del fumetto supereroistico nordamericano a un segno d’autore ultra-riconoscibile, caratterizzante, di alta cifra stilistica.”
Un’occasione unica per immergersi da vicino nelle pagine fantascientifiche di Spacemen, nel noir semicomico di Torpedo 1972, fino ad arrivare alle disavventure di Hit-Girl, la bambina vigilante nata dalla penna di Mark Millar, o del cacciatore di taglie Jonah Hex. Risso, che non ha nascosto il suo debito verso artisti nostrani come Hugo Pratt e “il maestro del bianco e neroSergio Toppi, definendosi, in definitiva, “un fan del fumetto italiano”, sarà presente per un talk e una sessione di dediche venerdì 17 maggio alle ore 18, in occasione dell’inaugurazione della mostra.

Andrea De Luca Italia  15.05.2024

L’arte politica di Laika in mostra in Finlandia al fianco di Gauguin e Picasso

Fino al 15 settembre le opere della street artist romana saranno esposte nel museo Serlachius di Mänttä all’interno dell’esposizione MASCHERE. Identità multiple dall'antichità all'arte contemporanea. La mostra, curata dalla storica dell’arte italiana Lorella Scacco, esplora i diversi significati del concetto di maschera, intesa come identità, travestimento e protezione, conta opere di artisti del Novecento di riconosciuta fama internazionale come Man Ray, Gauguin e Picasso. In questo contesto il linguaggio visivo contemporaneo di Laika, attiva dal 2019, si inserisce con quattro opere, ciascuna delle quali esprime un messaggio politico e sociale legato a un avvenimento di attualità degli ultimi anni. Tre di queste sono legate in maniera più o meno diretta alla pandemia da Covid-19. Al Serlachius si potrà ammirare quella che forse è l’opera più celebre dell’artista, #Jenesuispasunvirus, la prima al mondo sul tema della pandemia e sul razzismo che nel primo periodo della diffusione del Covid aveva colpito le persone di origini cinesi e asiatiche. L’opera ritrae infatti la ristoratrice e simbolo della comunità cinese di Roma Sonia Hangzhou con tuta protettiva e mascherina, intenta a cercare di respingere il “virus” dell’intolleranza. C’è poi Herd Immunity Is Bullshit, critica nei confronti dell’ex premier britannico Boris Johnson per la sua gestione della pandemia. Jonhson, accusato di non aver preso i dovuti provvedimenti per evitare la diffusione del Covid, viene ritratto come una pecora nera distanziata dal resto del gregge. Collegata al tema delle mancate precauzioni dei governi nel periodo pandemico è anche Symptoms, dove Jair Bolsonaro, in quegli anni presidente del Brasile, appare appunto ammalato di Covid. In questo caso però la critica è rivolta soprattutto verso le politiche di Bolsonaro che avevano colpito e minacciato l’esistenza delle popolazioni indigene: è infatti un indio a misurare la temperatura dell’ex presidente, sperando nella sua dipartita, che potrebbe voler dire la salvezza della sua comunità. L'ultima opera, realizzata nel 2023, è Self Portrait Against War, una riflessione ancora attuale sulla guerra tra Russia e Ucraina, un invito alla risoluzione diplomatica dei conflitti rivolto alle grandi potenze. In quest’opera l’artista anonima sceglie di rappresentare se stessa, o almeno la sua maschera, per dar forza alla sua richiesta, oggi se possibile ancora più sentita, di una pace indispensabile.

Cecilia Cerasaro  08/05/2024

Yumi's New School, il Giappone di Karasumaru in mostra a Bologna

Il Sol Levante si affaccia in Emilia. Dal 10 maggio all'1 giugno Yumi’s New School, la nuova mostra personale di Yumi Karasumaru, è pronta a immergere le sale di Palazzo Vizzani, sede dell’associazione Alchemilla, nelle atmosfere nipponiche. Un percorso sensoriale articolato tra quadri, disegni e performance – curato da Roberto Pinto – che promette di svelare alcuni degli aspetti più rilevanti del lavoro dell’artista, dove si intrecciano “ricordi, memorie, drammi personali e collettivi, riti e abitudini” che Karasumaru ripercorre con la lucidità dell’esule volontaria.
Quattro sale scandiscono il viaggio nell’estro della nativa di Osaka. Nella prima sarà possibile ammirare una selezione di opere dall’imponente serie Facing Histories (2015), dedicata all’anniversario dell’esplosione della bomba atomica sulle città di Hiroshima e Nagasaki. A seguire, nella seconda sala trovano spazio lavori su tela e su carta ispirati all’arte del periodo Edo, provenienti dalla serie Learning from the past, già presentata nella città felsinea lo scorso gennaio. Alle restanti due sale il compito di ospitare proiezioni video di performance passate e un atelier temporaneo, un laboratorio aperto che offrirà la possibilità di assistere dal vivo al lavoro dell’artista e di cimentarsi insieme a lei nella realizzazione di opere e disegni.
La mostra verrà inaugurata, venerdì 10 maggio alle ore 19, da una performance inedita, Pro-Memoria di Onoda - l'ultimo samurai, incentrata sulla singolare esperienza del soldato giapponese Hiroo Onoda, rimasto per quasi trent’anni nella giungla di una sperduta isola nell’arcipelago delle Filippine, con la convinzione che la Seconda guerra mondiale fosse ancora in corso. Mercoledì 22 maggio, invece, sarà possibile assistere a The Double Pop Songs, una performance ideata a partire da “una selezione di canzoni pop giapponesi, denudate dalla musica, le cui parole saranno proiettate sul corpo dell’artista in kimono bianco, come fosse uno schermo”.

Andrea De Luca Italia  07/05/2024

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