
L’Associazione Bologna per le Arti presenta a Palazzo d’Accursio dal 9 dicembre al 4 febbraio, Giovanni Masotti (1873-1915). Turbamento ed estasi, una mostra curata da Francesca Sinigaglia e Isabella Stancari che si propone di ricostruire la vita e l’operato del pittore, celebrando i 150 anni dalla nascita e redigendo, per la prima volta, un catalogo delle opere conosciute.
La mostra raccoglie 70 opere, tra grandi tele, tavolette, disegni e acquerelli, provenienti da collezioni private e pubbliche, come Intesa Sanpaolo, Collegio Artistico Venturoli, Diocesi di Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna e Pinacoteca Nazionale di Bologna, oltre che un importante nucleo di dipinti ancora di proprietà degli eredi. La rassegna segue un percorso cronologico mostrando, per la prima volta, l’evoluzione stilistica dell’artista ed è organizzata attorno a cinque nuclei tematici principali: dalla frequentazione del Collegio Venturoli, alle collaborazioni con le chiese bolognesi e con la Società Francesco Francia, alla partecipazione ai concorsi pittorici, all’attività di decoratore e alla morte ad Aosta.
Giovanni Masotti, nato nel 1873, fu tra i più promettenti esponenti della pittura locale del suo tempo, conosciuto per la sensibilità coloristica e le capacità innovative. Dal carattere instabile e fiero, studiò al Collegio Venturoli e nonostante la sua breve vita (morì nel 1915, a soli quarantadue anni, dopo essere stato tormentato dalla sifilide), conquistò diversi riconoscimenti in campo pittorico, come il Premio Baruzzi, che vinse nel 1902 con Bandiera bianca, ritenuto il suo capolavoro.
Il primo nucleo di opere esposte in mostra è quello che si riferisce agli anni della formazione presso il Collegio Venturoli (e lì ancora conservate), dove Masotti, che fece il suo ingresso nell’istituzione nel novembre del 1885, studiò con Alfredo Tartarini ed Enrico Barbèri. Tra le opere più significative degli anni di studio, si ricordano il Coro di San Domenico con frati (1892) insieme a quelle realizzate durante il periodo del Pensionato Angiolini, come il Venditore di immagini (1894) e Leonardo mentre dipinge la Gioconda (1896).
Il secondo nucleo riunisce i dipinti esposti alle mostre organizzate dalla Società Francesco Francia, un’organizzazione che raccoglieva l’eredità della Società Protettrice delle Belle Arti, e che si proponeva di promuovere l’attività degli artisti attraverso esposizioni e iniziative. Tra queste opere si segnala Fiori senza amore di Intesa Sanpaolo, un dipinto che ebbe un buon riscontro anche all’estero, come testimonia il cartiglio scritto in tedesco applicato sul retro del quadro, Fiori d’Aprile proveniente da una importante collezione bolognese e il grande L’Anonima, rimasto presso la famiglia di Masotti per generazioni.
Il terzo nucleo di opere è legato alle tematiche sociali, un filone che Masotti aveva iniziato ad indagare già negli anni della formazione al Venturoli. Oltre al già citato Bandiera bianca, un altro esempio è il dipinto Dopo la tempesta, realizzato nel 1899, che raffigura una famiglia contadina che ha perso il proprio raccolto. Quest’opera risente di certe atmosfere e maniere segantiniane. Un’artista, Segantini, di cui Masotti potrebbe aver visto il dipinto Alla stanga del 1888 che fu esposto proprio a Bologna, oggi parte delle collezioni della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. A questi quadri si aggiungono i dipinti legati all’epopea garibaldina, come le due versioni de La morte di Anita Garibaldi (1902-1904 ca.) in prestito dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Si passa poi alla pittura religiosa, ben rappresentata da due dipinti: Crocifissione di Cristo, oggi conservato presso la Chiesa di Santa Maria e San Domenico della Mascarella, e L’Immacolata (1908), seconda versione della grande Immacolata ideata dall’artista per l’Oratorio di San Filippo Neri, dispersa nel corso della seconda guerra mondiale. La mostra continua con uno sguardo ad alcuni disegni di decorazione realizzati a matita e ad acquarello su carta. Egli lavorò come decoratore d’interni in diversi edifici privati e pubblici cittadini, come il Caffè San Pietro e la Pasticceria Rovinazzi, mostrando un’inclinazione per il gusto floreale, che a Bologna si stava affermando grazie alla figura di Alfonso Rubbiani e all’esperienza dell’Aemilia Ars.
L’ultimo capitolo è infine rappresentato dai dipinti realizzati durante il suo esilio forzato ad Aosta, dove si ritirò dal 1910, presentando a Torino il suo Chanteclair, in cui in un campo di agli scorrazzano un gruppo di galli, riprendendo la commedia amara di Edmond Rostand che si adattava perfettamente alla sua condizione di artista pluripremiato ma, a causa del suo carattere tormentato, compreso da pochi. Giovanni Masotti morì prematuramente nel 1915 dopo essere stato ricoverato nell’Ospedale Psichiatrico di Collegno, reso pazzo dalla sifilide, dimenticato da tutti e sostenuto solo dalla famiglia.
A 150 dalla nascita, l’Associazione Bologna per le Arti rende giustizia ad un grande protagonista dell’arte bolognese di fine secolo.
L’Associazione Bologna per le Arti è nata nel 1999 per fornire un servizio diretto alla conoscenza e alla divulgazione delle arti figurative con specifico riferimento ai periodi dell’Ottocento e del Novecento. A tal fine, l’associazione, senza scopo di lucro organizza mostre, conferenze e realizza pubblicazioni finalizzate alla valorizzazione della tradizione artistico-culturale del territorio bolognese. L’Associazione Bologna per le Arti realizza i propri progetti collaborando con enti, associazioni e istituzioni di natura pubblica e privata. Dal 2010 realizza mostre annuali presso Palazzo d’Accursio in collaborazione con il Comune di Bologna, sempre corredate dal ciclo di incontri «Dialoghi Culturali a Palazzo d’Accursio» grazie alla partecipazione dei maggiori professionisti della cultura in città e nel Paese. Sono state finora allestite mostre antologiche di importanti pittori bolognesi, spesso realizzando per la prima volta delle monografie. In ordine di realizzazione: Alessandro Scorzoni (1999), Fabio Fabbi (2000), Raffaele Faccioli (2001), Giulio Fiori (2002), Ugo Guidi (2003), Coriolano Vighi (2009), Guglielmo Pizzirani (2010), Luigi Bertelli (2011), Alfredo Protti (2012), Mario De Maria (2013), Giovanni Romagnoli (2014), Flavio Bertelli (2015), Carlo Corsi (2016), Luigi Busi (2018), Giovanni Paolo Bedini (2018), Da Bertelli a Guidi (2019), Augusto Majani (2021), Norma Mascellani (2022).
L’Associazione Bologna per le Arti è stata premiata due volte dalla Presidenza della Repubblica e in occasione del ventennale ha ricevuto dal Comune di Bologna anche la Turrita d’Argento per l’opera di divulgazione e valorizzazione della pittura bolognese.
foto: Giovanni Masotti, Fiori d'aprile, s.d. (1900), olio su tela, 110,5 x 72 cm, collezione privata (per gentile concessione dell'ufficio stampa)
U.s. 03/11/2023

Samsung Electronics svela i risultati del proprio Gaming Relationship Report 2023, uno studio online che rivela l'impatto prodotto dal gaming sull'interazione sociale e sullo sviluppo personale, nonché l'evoluzione dell'utilizzo dei dispositivi di gioco.
L’analisi, condotta in cinque paesi europei, mette in luce il potere di trasformazione del gaming nel fare amicizia, aumentando la fiducia e le abilità sociali degli individui.
I risultati del sondaggio, che ha coinvolto oltre 7.500 gamer europei, mostrano che:
- il gaming online funge da luogo virtuale di incontro per i gamer italiani: quasi la metà di essi si relaziona con altri giocatori (49%);
- i più giovani socializzano maggiormente: il 73% degli intevistati nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni interagisce con altri giocatori in rete;
- i gamer italiani (30%) sono coloro che stringono il maggior numero di amicizie tramite i videogiochi;
- il 56% dei giocatori italiani tra i 18 e 24 anni e il 42% tra i 25 e i 34 anni ha creato in rete attraverso il gaming delle amicizie che vanno oltre lo schermo e la sessione di gioco;
- il gaming è diventato un imponente fenomeno di intrattenimento in tutta Europa: in media il 62% dei gamer europei di età compresa tra i 18 e i 44 anni gioca almeno una volta a settimana.
"In Europa il gaming è un'attività in continua espansione che promuove contatti umani, traguardi e crescita personale per milioni di giocatori. Noi di Samsung poniamo la tecnologia al centro del loro benessere e supportiamo tutti i tipi di gamer, ovunque si trovino, con soluzioni innovative e iniziative concrete, come la nostra nuova piattaforma 'Embrace your Game'. Assicuriamo lo sviluppo delle competenze dei gamer offrendo le migliori risorse per il gaming", ha dichiarato Emanuele De Longhi, Head of Marketing Communication & Media di Samsung Electronics Italia.
Il rapporto sottolinea il ruolo significativo svolto dal gaming nella promozione dei contatti sociali tra i gamer europei di età compresa tra i 18 e i 44 anni, un terzo dei quali sviluppa nuove relazioni (amici o partner) tramite questa attività. Tuttavia, la misura in cui interagiscono online varia a seconda dei paesi.
In Francia solo un terzo dei giocatori interagisce online, un dato che suggerisce un più moderato approccio al gaming inteso come piattaforma sociale. Per contro, Germania, Regno Unito, Spagna e Italia mostrano livelli superiori di interazione online tra i giocatori, con percentuali rispettivamente pari al 41%, 42%, 46% e 49%. Queste cifre indicano come il gaming sia sempre più considerato uno strumento prezioso per connettersi con altri giocatori e costruire relazioni in tutta Europa, andando oltre i confini geografici e le differenze culturali. I gamer che stringono il maggior numero di amicizie tramite i videogiochi sono gli italiani (30%) e gli spagnoli (26%). Nel Regno Unito oltre un quarto dei gamer ha stretto amicizie online, probabilmente favoriti dal fatto che l'inglese rimane la lingua universale dei giochi online. Contrariamente agli stereotipi, molti gamer trascorrono una quantità di tempo pari o anche superiore utilizzando il gaming per socializzare anziché per giocare, come fa quasi un terzo dei gamer in Francia (30%) e nel Regno Unito (35%).
Il gaming online funge da luogo di incontro per i gamer italiani, dove quasi la metà di essi si relaziona con altri giocatori (49%). La fascia di età tra i 18 e i 44 anni è quella che ne beneficia maggiormente, considerato che il 58% di loro interagisce con altri giocatori e che tale percentuale arriva al 73% nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni. I gamer esperti (65%), in particolare, coltivano attivamente le interazioni connesse al gaming.
Le amicizie nascono in contesti virtuali e quasi un terzo dei gamer crea legami autentici incontrandosi e giocando online (30%). Il 56% dei giocatori tra i 18 e 24 anni e il 42% tra i 25 e i 34 anni ha creato in rete attraverso il gaming delle amicizie che vanno oltre lo schermo e la sessione di gioco.
Alla luce di quanto emerso esiste ancora margine di sviluppo per la community del gaming online in Europa. Samsung sta creando una nuova piattaforma per riunire i gamer affinché possano dedicarsi ai loro giochi preferiti e costruire nuove community, consentendo tanto agli utenti esperti quanto a quelli alle prime armi di migliorare le loro capacità e diventare giocatori sempre più abili.ì
Sempre più il gaming impatta significativamente su orgoglio e soddisfazione personale, tanto che nei paesi europei un gamer su cinque va più fiero dei successi ottenuti nel gaming rispetto ai risultati scolastici o professionali.
Per i giocatori italiani il gaming è innanzitutto una piattaforma di socializzazione che contribuisce sensibilmente allo sviluppo dello spirito della community: infatti il 29% dei gamer si sente connesso con gli altri, percentuale che arriva al 79% tra i giocatori che instaurano nuove relazioni e interagiscono ogni settimana.
Sebbene il gaming sia principalmente un'attività ricreativa, un terzo dei giocatori riceverebbe volentieri una formazione specifica o consigli su come migliorare le proprie prestazioni. Se si considera la democratizzazione del gaming, sono circa 3 milioni gli italiani che vorrebbero migliorare le proprie abilità di gioco. I giocatori più giovani (il 53% della fascia 18-24 anni) e i gamer esperti (45%) sono quelli più interessati a tale possibilità. Il rapporto evidenzia inoltre che il gaming aiuta a sviluppare l'autostima e le abilità sociali, vantaggi di cui beneficia un terzo dei gamer italiani e metà (51%) di quelli di età compresa tra i 18 e i 24 anni.
Questo significa che i gamer italiani non intendono i videogiochi semplicemente come un’attività solitaria, ma li utilizzano come mezzo per socializzare e sviluppare le proprie competenze, senza necessariamente giocare in solitudine.
Il gaming è diventato un imponente fenomeno di intrattenimento in tutta Europa, dove la Spagna guida la classifica con l'89% della popolazione che si dedica a questa attività ludica, seguita dalla Francia con un 78%. Almeno 6 cittadini europei su 10 sono assidui giocatori, e Spagna, Regno Unito e Italia dominano il panorama del gaming vantando una percentuale notevole (56%) di giocatori che vi si dedicano almeno una volta alla settimana.
Il gaming attrae un numero di partecipanti italiani sempre crescente, dove un'elevatissima percentuale della popolazione, pari all'83%, si intrattiene con nuovi contenuti di gioco e il 71% continua a giocare attivamente. La democratizzazione del gaming si sta diffondendo all'interno della società, ma alcuni gruppi mostrano un coinvolgimento più intenso. Uno sbalorditivo 93% delle persone tra i 18 e i 44 anni ha sperimentato il gaming almeno una volta nella vita e l'83% di esse continua ancora a giocare assiduamente.
U.s. 11.09.2023

American Beauty è una rosa solida e duratura, come il paese che rappresenta. Ma se i petali rimangono floridi a lungo, il gambo marcisce rapidamente.
Da questa metafora prende il via l’esposizione, American Beauty. Da Robert Capa a Banksy, con l’intento di offrire un ampio ritratto degli Stati Uniti, principale potenza globale al cui interno sopravvivono numerose contraddizioni.
Il Centro culturale Altinate | San Gaetano di Padova, dal 13 settembre 2023 al 21 gennaio 2024, accoglie 130 opere d’arte a stelle e strisce, selezionate per sviluppare una narrazione che illustri le ambivalenze made in USA. L’orgoglio patriottico e la modernità culturale da un lato, il feroce imperialismo militare e le persistenze dei fenomeni di intolleranza razziale dall’altro.
La mostra è organizzata da ARTIKA di Daniel Buso ed Elena Zannoni, in collaborazione con il Comune di Padova, Assessorato alla Cultura e Kr8te.
La mostra si pone l'obiettivo di raccontare alcune delle vicende chiave della storia statunitense negli ultimi cento anni. Come raccontare questa storia? Attraverso gli occhi attenti di decine di artisti che dagli anni Quaranta del Novecento si sono posati su questo grande paese, evidenziandone punti di forza e criticità. L'elemento che accomuna questi artisti è l'utilizzo della bandiera americana come elemento iconografico di partenza per la comunicazione del proprio contenuto ideologico e formale. Da Jasper Johns ad Andy Warhol, da Iwo Jima a Banksy, la bandiera è sempre stata uno strumento attraverso il quale inviare un preciso messaggio: dall’esaltazione alla denuncia, trasfigurando in positivo o in negativo il ritratto degli Stati Uniti. La “stelle e strisce” ha un valore totemico, rappresenta l'amalgama dei diversi popoli e religioni, che convivono in America. La bandiera è il simbolo di questo paese e del suo dominio globale caratterizzato dalla diffusione del capitalismo e dalla supremazia militare e tecnologica. In questa mostra sono rappresentate alcune tra le tappe fondamentali di questa nazione, da Iwo Jima a Martin Luther King, fino all'11 settembre, passando per la Pop Art e lo sbarco sulla luna, il Vietnam e la Silicon Valley.
La mostra ospita una selezione di 120 artisti internazionali. Sono presenti alcune tra le più importanti correnti della fotografa internazionale: come la street photography(Henri Cartier-Bresson, Vivian Maier) e la fotografia documentaria (rivoluzionata dai ritratti di Diane Arbus). La fotografia a colori è ben rappresentata da alcuni mostri sacri del medium come Steve McCurry, Annie Leibovitz e Vanessa Beecroft. La mostra accoglie anche alcuni movimenti artistici del Novecento che hanno elevato gli Stati Uniti a prima potenza nelle arti. Il primo movimento autenticamente americano, e destinato a diffondersi capillarmente in tutto il mondo, è stato la Pop Art (qui rappresentata da Rosenquist, Indiana e Warhol). La Pop Art ha rivoluzionato il modo stesso di concepire l'arte: accogliendo iconografie extra artistiche (come il fumetto e i prodotti da supermercato) e determinando perciò una compenetrazione tra cultura alta e cultura bassa. Il secondo movimento, che ha preso il via tra le strade di New York, è la street art. Dall'opera pionieristica di Keith Haring, la street art si è imposta in tutto il pianeta, sempre in bilico tra l'essere uno strumento di rivolta antiestablishment o un prodotto commerciale ambito dalle gallerie d'arte. La street art è attualmente la corrente artistica più diffusa a livello internazionale, erede della Pop Art. Banksy, Mr. Brainwash e Obey sono i suoi rappresentanti in mostra. L'artista di Bristol, di cui nessuno conosce la vera identità, ci porta nelle periferie americane tra ribellione giovanile e tentativo di rivalsa sociale. Obey (pseudonimo di Shepard Fairey) si è distinto per la fortunata campagna elettorale di Obama. In mostra è presente con due opere iconiche che raccontano il dibattito interno americano sulla difficile convivenza tra la leadership bianca e le minoranze etniche e religiose.
U.s. 13/09/2023
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