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Harvest and Survive: per la prima volta in Italia la mostra di Anna Hulačová

z2o Sara Zanin (Roma) fin dalla sua apertura, nel 2006, è sempre stata una galleria d’arte che ha prestato particolare attenzione alla creazione di uno spazio espositivo focalizzato su temi come l’identità, la natura e l’antropologia. In linea con questi aspetti è in corso, fino al 23 maggio 2023, Harvest and Survive, la prima mostra personale in Italia di Anna Hulačová a cura di Denisa Václavová.
Anna Hulačová si è formata allo Studio Intermedia dell’Accademia di Belle Arti di Praga con Jiří Přihoda. Nei suoi lavori è sempre stato evidente l’interesse nei confronti della condizione umana, del mondo naturale, della relazione tra uomo e natura, della mitologia, delle culture orientali e di quella popolare ceca. 

Il suo lavoro è pensato come un attivismo visivo legato a temi cari alla società, soprattutto in questo momento storico e sociale, come la distruzione della natura, l’estinzione sempre maggiore di organismi viventi e la responsabilità che ha l’uomo su tutto questo. Gli oggetti, le sculture e anche i dipinti che realizza non sembrano appartenere a questo mondo: creature simili a insetti con volti umani, astronauti che sono alla ricerca di acqua e polline, esseri umani nel cui corpo prosperano nuovi organismi. Ognuna di queste opere è il suo modo ironico di dimostrare come la natura possa facilmente riprendere possesso di quello che le è stato tolto. Ma soprattutto l’artista crea un nuovo mondo dove l’uomo è riconnesso alla natura, grazie a qualcosa di antico che, a causa della frenesia del mondo moderno e contemporaneo, è stato dimenticato, evidenziando e mettendo in discussione il rapporto tra equilibrio e instabilità, distacco e vicinanza e comunità e isolamento.
Un’artista che ha esposto le sue opere in prestigiose istituzioni, sia nella sua terra d’origine che all’estero, lavori che finalmente, grazie anche a Denisa Václavová - curatrice e fondatrice del Festival Internazionale d’arte 4+4 Days in Motion - potranno essere accessibili agli italiani appassionati ai suoi lavori.

Alessandra Miccichè  26/04/2023

Una mostra in cui niente è come sembra: la prima personale europea di Leandro Erlich

Dal 22 aprile fino al prossimo 4 ottobre, il Palazzo Reale di Milano ospiterà la prima europea di un artista che ha sfidato l’irrazionale: Leandro Erlich.
La mostra, promossa dal Comune di Milano-Cultura, è prodotta e organizzata da  Palazzo Reale  e  Arthemisia, in collaborazione con lo  Studio Erlich e con la curatela di  Francesco Stocchi.
Nato a Buenos Aires nel 1973, Erlich è un artista che ha sempre giocato su quel realismo magico tipico dell’America Latina, riuscendo ad abbattere i confini tra il reale e l’immaginifico, rendendo vero l’impossibile.
Il genio argentino è però prima di tutto una persona curiosa, o ancor meglio, come lui stesso si definisce, è: “un autore che come soggetto ha la realtà, i simboli e il loro potenziale significato”.
Nelle sue opere ci sono palazzi in cui è possibile arrampicarsi virtualmente, piscine che vanno “attraversate”, ascensori che non portano da nessuna parte, questi e molti altri ancora sono i suoi ambienti artificiali creati sempre site specific.
Ma cosa ci dobbiamo aspettare dalla sua prossima mostra a Milano?
Nell’attesa di saperne di più, secondo lo stesso Erlich, questa personale milanese consisterebbe nell’esposizione più completa dei suoi lavori, comprendendo sia i progetti degli ultimi anni sia quelli più conosciuti e datati.
Con milioni di visitatori nel mondo alle spalle, la sua arte sa essere universale e al Palazzo Reale, si creerà ancora una volta, quello che Borges chiamava “l’Aleph", ossia: “un punto dello spazio che contiene ogni punto al suo interno”.
Infatti, per la prima volta in assoluto, lo spettatore avrà la possibilità di vedere, di giocare e di perdersi fra le sue opere più iconiche, riunite in una sola sede.
Con l’intento di colmare le distanze che spesso ci sono fra chi guarda e chi crea, Erlich ci permetterà ancora una volta di farci pensare “diversi” da chi siamo di solito e sceglie Milano, l’Italia, per farlo.
Il catalogo è edito da Toluca Studio.

Ilaria Ferretti  17/04/2023

Dal 1 maggio al 30 giugno al via il progetto "La natura delle cose", una mostra artistica che ci fa (ri)scoprire il nostro posto nel mondo

Dal 1 maggio al 30 giungo 2023, presso il Museolaboratorio – Ex manifattura Tabacchi di Città Sant’Angelo (PE), sarà possibile prendere parte al progetto La natura delle cose dell’artista Giuseppe Stampone, vincitore del PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea.
Il titolo del progetto, La natura delle cose, fa riferimento al poema filosofico di Lucrezio, scritto nel 50 A.C., dove vengono trattati temi come la costituzione molecolare dell’universo, l’anima e il suo destino, le caratteristiche individuali dell’essere umano e la paura della morte. Lo scopo dell’opera è, principalmente, quello di indagare il posto che l’uomo occupa nel mondo naturale, molecolare e astrologico.
Stampone si è basato proprio su quest’opera per stimolare una riflessione sul paesaggio e sul ruolo dell’essere umano sul pianeta; la meditazione deve avvenire attraverso l’osservazione di una sessantina di opere che includono fotografie, disegni e un’installazione video.
I luoghi che hanno stimolato l’artista sono situati nel Gran Sasso e nella Maiella, posti a lui molto cari. Le montagne abruzzesi, infatti, gli hanno permesso di riscoprire i luoghi della propria infanzia, mentre, per noi osservatori, tale opera diventa un mezzo che permette di sviluppare una riflessione sul nostro posto nel mondo attraverso l’arte, l’etica e sul senso di responsabilità verso l’ambiente che ci ospita. Lo scopo, infatti, è quello di far in modo che le future generazioni possano mostrarsi sempre più sensibili nei confronti di un pianeta sempre di più danneggiato.
Lo stile artistico utilizzato per questa mostra si distacca dai precedenti lavori di Stampone, che generalmente ha prelevato immagini prese da Internet, mentre in questo caso ha scattato personalmente le fotografie e, in seguito, ha realizzato i disegni a grafite.
Giuseppe Stampone è un’artista nato in Francia, ma vive e lavora tra Teramo, Bruxelles e Roma. Insegna presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna e collabora con altre università e accademie come la Federico II di Napoli, la IULM di Milano e con il McLuhan Program in Culture and Technology di Toronto. È inoltre un membro associato dell’American Academy di Roma e della Civitella Ranieri Foundation di New York.
Nel 2008 insieme a Maria Crispal, artista e sua compagna di vita, ha fondato il Solstizio Project, un progetto artistico, finanziato dall’Unione Europea, che affronta importanti temi contemporanei come, per esempio, l’ambiente, le economie sostenibili e i conflitti sociali.

Arianna Dell'Orso  14/04/2023

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