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“Sommerse Visioni”: alla Biblioteca Angelica di Roma l’interessante esposizione di Paola Crema

Reperti che riemergono dalla terra, tra polveri e sassi, frammenti di statue che riaffiorano da un tempo antico e dimenticato, su fondali inesplorati, sommersi dall’immenso mare della modernità: queste sono alcune delle “Sommerse visioni” di Paola Crema, rimaste esposte in una interessante mostra alla Biblioteca Angelica di Roma fino al 12 dicembre.
Le opere visibili sono frutto dell’archeologia immaginaria dell’artista, la quale crea un gioco concettuale in cui fa credere che le sculture da lei realizzate siano in realtà reperti riemersi da un continente perduto. È come se ricreasse il set cinematografico di uno scavo archeologico e lo immortalasse nelle sue complesse opere fotografiche, in cui documenta l’atto del ritrovamento.
Sono opere sorprendentemente particolari, in cui emerge tutta l’esperienza, il talento e la passione per l’arte di Paola Crema, un’artista poliedrica che ha iniziato il suo percorso dedicandosi alla creazione di sculture, in argento e materiali preziosi, e gioielli esclusivi, vere e proprie sculture in miniatura da indossare.
Si è poi dedicata alle sculture in bronzo di grandi dimensioni che sono state esposte al Museo Archeologico di Firenze, al Museo del Corso a Roma, a Villa Adriana a Tivoli, al Tempio di Adriano, e che sono entrate a far parte anche di numerose collezioni di carattere internazionale.
La sua formazione, incentrata sullo studio dell’antichità e sul design, all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, l’ha portata ad accrescere la cultura dell’antico, l’amore per il mondo classico e a dar forma a sculture sapientemente modellate che esprimono la sua archeologia immaginaria in un percorso che simula ritrovamenti archeologici nelle sue opere in bronzo, trasferite spesso in meravigliose fotografie.
Sono scavi immaginari che riportano gli spettatori in un'altra dimensione, in un passato lontanissimo che eppure appare vicino grazie alle sculture che sembrano emergere , andare verso chi le guarda, e incantare con i loro occhi che sembrano parlare, comunicare realtà ormai perdute.
Una realtà antica immaginata che diviene reale e concreta attraverso imponenti sculture che raffigurano ibridi, guerrieri, eroi e mostri mitologici, opere fotografiche suggestive in cui tra muri, sassi e strappi fuoriescono volti, frammenti, dettagli di scavi archeologici, wunder kammer, oggetti straordinari e gioielli. “Sommerse visioni” quindi non è semplicemente una mostra, ma è un immergersi in un altro tempo, in un altro mondo, in altri abissi, tra le opere e le creazioni di un’artista eclettica come Paola Crema.

Maresa Palmacci 13/12/2015

“Lo schiaccianoci” di Giuliano Peparini inaugura la stagione al Teatro dell’Opera di Roma

“Questa produzione segna il debutto di Eleonora Abbagnato come Direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera - ha dichiarato il Sovraintendente Carlo Fuortes - saranno nuove le scenografie, i costumi, le luci e anche il coreografo”.
Dal 20 dicembre all’8 gennaio 2016 andrà in scena al Teatro Costanzi il balletto “Lo schiaccianoci” ma stavolta avrà un tocco innovativo, più attuale grazie alla creatività e al talento artistico del regista e coreografo italiano Giuliano Peparini.
“In questa versione dell’opera di Ciaikovskij ho cercato di adattare la tradizione a quello che io volevo raccontare, la storia ovviamente non cambia ma ho scelto di inserire dei personaggi che ritenevo importanti per il mio sviluppo della messa in scena. – racconta Peparini in occasione della conferenza stampa di presentazione – Il mio obiettivo è stato quello di renderlo ancor più accessibile ai giovani di oggi e per questo motivo i personaggi principali sono adolescenti, non bambini”.
Sarà la prima ballerina Alessandra Amato a vestire i panni della Regina dei fiocchi di neve, vedremo poi l’elegante Michele Satriano nel ruolo del nipote di Drosslemeyer, Claudio Cocino interpreterà lo Zio Drosselmeyer e infine Rebecca Bianchi nel ruolo di Marie, la quale con entusiasmo e commozione ha rivelato alla stampa: “Lavorare con Giuliano è stato molto interessante, ha cercato di costruire quest’opera sulla nostra personalità e questo ci ha spinto a tirar fuori ancor meglio le nostre potenzialità”.
In occasione del debutto e delle 14 repliche saranno in scena due interpreti inattesi, il B-Boy coreano Hong 10 e l’olandese Menno del Red Bull Bc One All Star Team; la scelta di inserire due breakers nel corpo di ballo, spiegano il coreografo e Eleonora Abbagnato, è stata fatta sempre sulla base di una concezione della danza come un mix di generi, un’occasione di incontro e di condivisione tra stili differenti.
Una rilettura contemporanea di un classico del repertorio, questa versione de “Lo Schiaccianoci” segnerà un modo nuovo di leggere e di farsi trasportare dalla tradizione. L’interpretazione della partitura musicale sarà affidata al direttore David Coleman, le scene a Lucia D’Angelo e Cristina Querzola, i costumi a Frédéric Olivier, la video grafica a Gilles Papain e le luci a Jean-Michel Désiré.
“E’ uno spettacolo che farà sognare tutti, dai piccoli agli adulti. – ha affermato Eleonora Abbagnato – E’ un titolo importante che rimarrà a questo teatro, con costumi fantastici e interpreti che vestono i loro ruoli a pennello”.

Giada Carlettini 12/12/2015

"Lavori in corso-Studi coreografici": cinque coreografi presentano i loro lavori

"Lavori in corso-Studi coreografici" in programma ad Anghiari da venerdì 11 a domenica 13 dicembre sarà un momento di visibilità importante per i cinque giovani coreografi selezionati dall'Anghiari Dance Hub, Centro di Promozione della Danza, riconosciuto e finanziato dal Mibact - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con il sostegno del Comune di Anghiari, della Banca di Anghiari e Stia e dell'Istituto Italiano di Cultura de Il Cairo.
I cinque coreografi selezionati grazie ad un bando pubblico - Francesco Michele Laterza, Salvo Lombardo, Tommaso Monza, Mosè Risaliti e Giovanna Rovedo – e i loro interpreti hanno potuto usufruire di seminari con Andres Morte, con Luigi Ceccarelli sul rapporto tra danza e musica, con Gianni Staropoli sul disegno della luce, sulla composizione coreografica a cura di Enzo Cosimi e sulla drammaturgia della danza con Guy Cools.
L'incontro pubblico previsto dal'11 al 13 dicembre offrirà, dunque, l'opportunità di un confronto ulteriore fra operatori, artisti, addetti ai lavori e i coreografi per arricchire il loro percorso formativo. I lavori che i cinque coreografi presenteranno in questa fase costituiscono il primo momento di visibilità pubblica di spettacoli che saranno ultimati nella seconda parte del percorso di formazione, da febbraio a maggio 2016.
Nello specifico Mosè Risaliti, performer e coreografo toscano, presenterà “To BEE”, (11 dicembre, ore 21), un’indagine sulla percezione del movimento che indaga analogie e divergenze fra la società delle api e la società occidentale contemporanea, analizzando gli archetipi legati al potere nella sua forma femminea esplorando l’immaginario legato ai generi. Seguirà “Primo souvenir” di Salvo Lombardo, primo studio scenico del più ampio progetto “Casual bystanders”. L’azione si fonda sulla riconfigurazione coreografica di un corpus di gesti non straordinari ricavati da frammenti cinetici, motori, gestuali e verbali di passanti occasionali in luoghi pubblici e che il coreografo, tra il 2014 e il 2015, ha incorporato e poi trascritto su una serie di taccuini numerati progressivamente, che compongono il suo archivio dell’esperienza. Come possiamo superare, mantenendo la sincerità dell’impulso, l’incontro con i tre tipi di esposizione - noi stessi, l'altro in scena e il pubblico - a cui ci sottoponiamo sulla scena? Come si può chiamare l’incontro tra due e molteplici paia di occhi? Perché non provare, nella sacralità di una scena, ad esporre i corpi di due danzatrici? Che sapore ha la vicinanza con il pubblico, l’energia, la rottura della celeberrima quarta parete? Qual è il confine vero che si può sentire tra un pubblico e un danzatore? Sono alcune delle domande su cui riflette Giovanna Rovedo, danzatrice e antropologa nel suo “Espo: singolare/plurale” che darà inizio alla presentazione dei lavori sabato 12 dicembre alle ore 21. Domande sul rapporto fra pubblico e danzatore sono al centro anche di “Sketches of Freedom” di Tommaso Monza, che vuole porre l'attenzione sull'intimità del danzatore come individuo, poiché la prima libertà è quella di parlare di sé, lasciando che la narrazione, empirica, dissonante e scordata, possa creare dei diari coreografici dove emergano in maniera chiara riflessioni, danze e propositi, in cui lo spettatore possa riconoscere una storia, un desiderio, uno schizzo di libertà. Conclude la presentazione dei lavori Francesco Michele Laterza che in “Acqua acqua fuoco fuochissimo” compie un viaggio fisico e mentale attraverso il quale indagare la questione della rappresentazione di gender sovrapponendo esperienza privata e persona scenica. Scenari tragici e ironici suggeriscono diverse interpretazioni del personaggio maschile e possibili sue alterazioni. Incontri e presentazioni da parte degli artisti saranno integrate da passeggiate per visitare anche le opere d'arte che fanno parte del patrimonio culturale del territorio, come la Madonna del Parto di Piero della Francesca a Monterchi o l'Archivio dei Diari di Pieve Santo Stefano.
Nato nel gennaio 2015 per volontà di alcuni operatori della danza e del teatro per fornire a giovani coreografi strumenti di approfondimento del proprio percorso creativo, questo progetto, di durata triennale, prevede l’assegnazione di borse di studio per coreografi e i loro interpreti per partecipare a seminari e incontri di approfondimento.
Un progetto di eccellenza nel panorama italiano ed europeo, dove i giovani artisti possono trascorrere dei periodi di residenza collettiva non in una scuola o in uno spazio rigidamente definito ma in un luogo di condivisione da gestire con modalità libera, indipendente e rispettosa per gli spazi e i tempi di lavoro reciproci. Uno spazio di condivisione, quindi, che si apre verso il territorio grazie ai momenti di formazione del pubblico che ogni coreografo ha ideato e che trova nella cittadina di Anghiari terreno fertile ed estremamente ricettivo.
L'Amministrazione Comunale diAnghiari ha messo a disposizione del Centro di promozione della danza sia il Teatro dei Ricomposti, spazio culturale che offre alla cittadina non solo una ricca programmazione ma anche una scuola di teatro e un luogo di ospitalità per residenze con personale tecnico formato e specializzato e una propria dotazione tecnica sia l'ex Mattatoio, situato in pieno centro, recentemente ristrutturato e dove sono state attrezzate due sale-studio, dove i coreografi possono lavorare individualmente sui propri progetti.

Il progetto completo è consultabile sul sito www.anghiaridance.eu

Krizia Ricupero 10/12/2015

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