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La pittura drammatica di Mattia Preti nella Roma del '600, una mostra alla Galleria Corsini

MATTIA PRETI: UN GIOVANE NELLA ROMA DOPO CARAVAGGIO
A cura di Giorgio Leone
28 ottobre 2015 – 18 gennaio 2016
Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Corsini
Via della Lungara 10 - Roma

Fra le cosiddette mostre "blockbuster" e quegli eventi espositivi che poco offrono oltre all'accostamento di grandi e celebri nomi di sicuro impatto sul vasto pubblico, ci sembra doveroso sottolineare che esistono anche mostre che conservano un impianto scientifico forte, nate spesso per proporre letture critiche nuove, anche controverse a volte, o accendere i riflettori su punti storico artistici ancora poco indagati dagli esperti e sconosciuti o quasi ai non addetti ai lavori.
In quest'ultimo filone critico sembra collocarsi "Mattia Preti: un giovane nella Roma dopo Caravaggio", ospitata dalla Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Corsini fino al 18 gennaio 2016, una mostra ideata da Vittorio Sgarbi, presidente del Comitato per il IV centenario della nascita dell'artista, e da Giorgio Leone, attuale direttore della Galleria di via della Lungara.
Mattia Preti (1613-1699), calabrese di nascita, poi trasferitosi a Roma e attivo in seguito a Napoli e Malta, è considerato da più parti uno degli interpreti allo stesso tempo più originali e fedeli del caravaggismo e un esponente di spicco della pittura del Seicento. Un artista drammatico nel senso più alto, per esempio nell'uso sapiente della luce e della composizione. Ed è lo stesso Sgarbi a sottolinearlo: "Mai, anche nei momenti di più alta spiritualità, Mattia Preti sarà un pittore devoto. Nelle sue prove migliori è drammatico, shakespeariano".
Sposandosi pienamente con l'ambiente in cui è inserita, la mostra romana si concentra ora su un periodo particolare e decisivo di questa lunga vicenda biografica e artistica, e lo fa almeno sotto due evidenti punti di vista. Da un lato il contesto geografico, perché è proprio sugli anni romani – i cui estremi cronologici sono oggetto di dibattito ma potrebbero collocarsi fra il 1632 e il 1653, anno in cui per l'artista inizia la stagione napoletana – che l'esposizione vuole far luce. Ma accanto a questo c'è da sottolineare anche un secondo aspetto "di contesto": la mostra infatti è ospitata non a caso nelle sale di Palazzo Corsini. Questo dato, come ha sottolineato Leone, ha consentito di allestire una mostra "a cameo" in cui le opere di Mattia Preti, provenienti sia da grandi musei che da collezioni private, sono poste a confronto con le tele già presenti nel percorso della Corsini e realizzate da alcuni degli artisti a cui lo stesso pittore calabrese ha guardato negli anni della sua formazione romana: "da Caravaggio a Poussin, da Vouet a Lanfranco, da Sacchi a Reni", prosegue ancora Leone. Attenzione a questi riferimenti alti, dunque, ma anche al rapporto con il fratello Gregorio, anch'egli pittore, in un percorso che si snoda fra una ventina di opere, dalla "Negazione di Pietro" del museo di Carcassonne allo straordinario "Stendardo di San Martino al Cimino" (Viterbo), che con le sue due facce dipinte ed entrambe visibili segna uno dei momenti più alti dell'esposizione.

Marco Pacella 02/11/2015

La fotografia di Mariagrazia Giove racconta la “Musica Nomade”

Si può fotografare la musica? Mariagrazia Giove ha fatto molto di più, ha realizzato un progetto fotografico, Musica Nomade, che coinvolge oltre 130 musicisti di tutto il mondo capaci di mettersi in gioco suonando per le strade, documentando la loro arte e raccontando la loro storia. Musica Nomade sarà presentata il 30 ottobre alle ore 15:30, presso gli spazi del Medimex (Fiera del Levante, Bari). Per la prima volta vengono esposte al pubblico le opere fotografiche stampate in grande formato su carta artistica di qualità museale.
La fotografa sceglie di non immortalare la musica tra le pareti dei teatri e delle sale da concerto, ma segue il percorso che la musica compie di strada in strada, coinvolgendo persone di ogni età o ceto sociale. La musica è nomade per definizione, può esistere ed essere riprodotta ovunque, può essere ascoltata da due persone o da una folla che cammina di corsa lungo un boulevard. Al tempo stesso è memoria quindi una melodia può connotare un luogo ed evocarlo se viene ripetuta altrove. In un periodo storico in cui il termine nomade è connotato da accezioni negative, questo progetto può mettere in luce quanto il nomadismo è un valore e non un disvalore. La musica non ha i confini politici e geografici e entra memoria dell’uditore senza essere considerata un’invasione, anzi è capace di attivare ricordi e suggestioni, è un arte fatta di “accordi” .Il suo carattere nomade la rende estremamente libera. Non è un caso che per celebrare la lingua italiana nel mondo è stata scelta proprio la musica come ambasciatrice della lingua italiana, capace di giungere lontano diffondendo parole italiane.
Le canzoni grazie al nomadismo e alla capacità di diffondersi lungo le strade sono diventate manifesti di libertà o di denuncia capaci di sfuggire al controllo repressivo di politiche totalitarie, sono diventante slogan di movimenti generazionali. I cantanti sono i primi ad essere nomadi che diffondono la loro creatività di tour in tour, creando e perpetuando un rito collettivo. Musica Nomade, infatti, non è solo un progetto fotografico, è un concetto, un messaggio culturale, sociale e di vita. Mariagrazia Giove, con Musica Nomade, vuole esprimere e raccontare il valore assoluto e universale della musica e la sua capacità di muoversi, arrivare ovunque, lasciandosi contaminare, per evolversi e ritornare poi alle origini, esplorando luoghi, sonorità, strumenti in tutto il mondo.

Gerarda Pinto 28/10/2015

La cucina a misura di bambino: le Storicette di Sabrina Stevenin al Lucca Comics & Games

Le ricette al pari delle formule magiche si fondano sull’alchimia degli ingredienti che possono trasformarsi in qualcosa di appetitoso. Farina,zucchero,uova, latte sono gli elementi di una pozione che rende davvero felici. Le storicette è una collana per bambini dai 5 anni in su, pubblicata da Teke Editori , costituita da racconti semplici e colorati che hanno per protagonista Emma una bambina che vive con la famiglia in un mondo immaginifico tra le nuvole. Le avventure di Emma sono improntate alla conoscenza di nuove ricette, sia italiane che internazionali, che la condurranno a incontri con personaggi bizzarri come Mamma Orsa, il coniglio Ko-ni e il Lord Henry e che le insegneranno a realizzare in modo semplice la torta alle mele e miele, la pizza, il sandwich e tantissime altre ricette.
L’autrice Sabrina Stevenin, un ingegnere-mamma ha creato delle storie che attraverso il racconto delle avventure e degli incontri della protagonista forniscono anche una guida per la realizzazione delle ricette, ragionando sulla possibilità concreta di poter essere realizzate dai piccoli lettori, infatti, vengono ovviamente evitate le cotture (del forno, nel caso, se ne occuperà il genitore) e sono principalmente ‘a freddo’, facili e con grandi risultati. Il bambino, seguendole, avrà inoltre la possibilità di tagliare le porzioni ma con strumenti fini e adeguati, al fine di poter sviluppare la coordinazione motoria e acquistare fiducia e autostima, in particolare nel poter continuare a sperimentare ulteriori possibilità in cucina.
Dietro questo progetto c’è una grande storia, Sabrina Stevenin per seguire i suoi figli decide di lavorare da casa cercando di conciliare l’era dell’informatica, creando ex novo delle applicazioni per i bambini, con la sua maternità. “Ho pensato – racconta l’autrice - a quando mi mettevo con mia figlia ancora piccolina,  a scrivere e disegnare e mi è progressivamente ripresa questa passione di raccontare… Disegnavo il tavolo degli ingredienti perché spesso operavamo in cucina. Le insegnavo quali erano le sostanze alimentari di base illustrandole anche tutta l’attrezzatura per preparare dolci e piatti di vario genere. Lei mi seguiva e raffigurava graficamente: le storie per qualche motivo sono così iniziate ad arrivare!” 
Da qui l’idea di narrazione di ricette appartenute alla propria infanzia per conservare la forza della tradizione e, al tempo stesso, variare con divertimento le combinazioni del gusto.
Le prime “Storicette” che verranno lanciate in commercio e presentate a stampa e pubblico in occasione del Lucca Comics & Games 2015 il prossimo 30 ottobre sono tre Emma scende dalle nuvole; Emma, Luca, il pomodoro e la mozzarella; Lord Sandwich.
Le storicette hanno anche un blog di cucina e una pagina Facebook che mantengono l'idea di fondo dei libri: ricette facilmente replicabili dai bambini, ma anche ricette che ci aiutano a mangiare in modo un po’ più sano.

Gerarda Pinto 26/10/2015

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