Erik Jones – IN COLOUR
24 ottobre – 1 dicembre 2015
Dorothy Circus Gallery, via dei Pettinari 76 - Roma
Astrattismo e figurazione, superficie piana e polimaterismo. Spesso l'arte ci mostra come anche i poli opposti possono incontrarsi in uno spazio comune: è uno di quei semi gettati dalle avanguardie storiche che ancora oggi continua a germogliare ripresentandosi nelle ricerche delle generazioni successive.
Proprio questi contrasti apparenti si ritrovano nei lavori recenti dell'artista americano Erik Jones, presentati per la prima volta in Europa alla Dorothy Circus Gallery di Roma nella mostra "In Colour", fino al primo dicembre.
Un titolo non casuale, perché è proprio la vivacità del colore che Jones mette in gioco per fondere insieme un immaginario che pesca con una mano dalla lunga tradizione del ritratto realistico, mentre con l'altra chiama in causa l'Espressionismo astratto, qui esplicitamente rievocato nelle sgocciolature di Pollock o nella gestualità insistita in cui Willem de Kooning immergeva le sue "Woman" negli anni '50.
Nudi corpi femminili iperrealistici, sguardi assorti o ammiccanti, tristi o fieri, riemergono nei dipinti di Erik Jones – classe 1982, originario della Florida ma stabilitosi ormai a New York – da grovigli apparentemente informi di colori, pennellate o superfici sagomate sovrapposte alla bidimensionalità della tela. Una declinazione originale del Pop Surrealism che fa reagire con leggerezza e vivacità cromatiche il modernismo americano con brani di esplicita ed esibita capacità ritrattistica.
Ne viene fuori dunque una spazialità fluttuante che sembra collocare le figure in un altrove indistinto, ultraterreno, ma in cui le scene rappresentate, come si apprende dalla presentazione della mostra, "non sono sogni. Esse [le donne ritratte] esistono dinanzi all’osservatore, si affacciano dalle grandi tele arricchite con abilità dalle elaborate fantasticherie, come degli esseri viventi veri e propri".
Marco Pacella 26/10/2015