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Musica

#Rubik - Bugo al Monk: un rock bambino anche un bel po’ latino
“Me la godo”, canta Bugo. Ma non è il solo: anche noi ce lo siamo goduti fino in fondo, il suo concerto, in una sera tutt’altro che primaverile nelle sale del Monk.Cristian Bugatti ha portato la sua finta milanesità e il suo savoir faire da rocker di periferia in territorio romano, dove il suo ultimo album “Nessuna scala da salire” ha ricevuto un’accoglienza bollente e meritata.Nuove canzoni e vecchie glorie si sono alternate sul palcoscenico: “Io mi rompo i coglioni”, “C’è crisi” e “Cosa ne pensi Sergio” sono solo alcuni dei brani che hanno fatto scaldare un pubblico che i…
Un talento appena sveglio: Chiara Dello Iacovo al Monk Club
Attenzione. È la parola che fluttua in testa mentre si è lì, abbarbicati sulle spalle dei fotografi ai piedi del palco del Monk. Attenzione a chi? A Chiara Dello Iacovo, ventenne grintosa che ha divertito ed emozionato quelli che il 26 aprile hanno deciso di dargliela quell’attenzione, sfidando una serata semi-autunnale (a Roma, si sa, il freddo inibisce parecchio). Meritava, merita, meriterà l’attenzione che però la Capitale non ha saputo darle fino in fondo.È un talento appena sveglio – come suggerisce il titolo del suo esordio discografico – ma già vestito e profumato, che con disinvoltura regge il peso di…
Get Well Soon: quanto Love al Quirinetta
Mercoledì 20 aprile a fare da Comitato Accoglienza sul palco del Quirinetta è spettato a quattro rosse, snelle ma non certo discrete, lettere giganti: L. O. V. E.Con tutto la loro aurea evocativa facevano da sfondo a un Konstantin Gropper di bianco vestito e all’ondeggiante carrozzone di Get Well Soon, sarcasticamente sornione nell’architettare una siffatta scenografia solo per il gusto di ricordarci di essere instancabilmente single. Grazie.Oltre a questo – evidente - motivo, le sopracitate lettere ritraevano anche il titolo del suo ultimo album, “Love”, in viaggio per tutta Europa, nella speranza che i dimenticati anni ’70 tornino presto tra…
William Tatge + Last Call: l'album "Borderlands"
Una rete, rotta, nel buio, nel vuoto. Quest’immagine presenta “Borderlands”. I confini li stabilisce una linea, una porta, un muro, una diversità. Niente di tutto questo ha senso se attorno avanza il nulla rappresentato dal nero, espressione della mancanza, ma anche della commistione di tutti i colori. Il nero è l’assenza di luce, ed è un terreno sconosciuto quello in cui si procede carponi dentro “Borderlands”.Scritto, costruito e pensato in un lasso di tempo che sfiora quasi dieci anni, il progetto “Last Call” con William Tatge rivela un album scomposto, coraggioso e diretto, che riesce contemporaneamente a caricarsi di influenze…
“CHI TIENE POLVERE SPARA”: habemus Sponz Fest 2016
Lo Sponz Fest, il festival che scuote l’Alta Irpinia sul finire dell’estate, giunge quest’anno alla sua IV edizione. Dal 22 al 28 agosto 2016, sotto la direzione artistica dell’istrionico Vinicio Capossela, il borgo di Calitri e i suoi dintorni ospiteranno questo magico e chiassoso festival, dalla caratura sempre più nazionale.Da piccola festa comunitaria, lo Sponz Fest ogni anno è cresciuto a livello sia qualitativo che quantitativo, registrando un flusso di presenze sempre maggiore e proponendo programmi sempre più interessanti, innovativi e anticonvenzionali.Non è più quindi l’originaria celebrazione paesana degli sposalizi (“sponzamenti” in dialetto locale) ma un evento che investe sul…
Camilla Battaglia: Tomorrow - 2 more Rows of Tomorrow
Il suono si affaccia dentro quella dimensione del tempo che Camilla Battaglia afferra, stringe, lascia trottare al recupero per poi ricominciare da capo questa rincorsa. Non è un caso che sia lei a tenere il ritmo, stando in parte anche alle percussioni oltre che al kaospad e al piano. Le sue canzoni non si limitano alle sole regole del jazz, di cui comunque se ne percepiscono delle commistioni come nell’introduttiva “Do U No” in cui si sente aleggiare chiara l’influenza di Norma Winstone. Gli arrangiamenti si soffermano volentieri ad intro concettualmente definiti. “Tomorrow - 2 more Rows of Tomorrows”, la…
"Una somma di piccole cose", la "Walden" di Niccolò Fabi
“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici”…
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