Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

Cos’è una canzone? “Austerità’” al Monk, la tappa romana di “Spartiti”

Apr 18

È singolare come alcune domande dalla soluzione apparentemente banale si rivelino, in realtà, veri e propri grattacapi a cui diventa difficilissimo rispondere in maniera convinta. Gli esempi sarebbero tanti e in diversi campi ma soffermiamoci su una domanda in particolare: cos’è una canzone? Quali caratteristiche la rendono tale?
A bruciapelo si potrebbe rispondere “la fusione più o meno coordinata di canto e musica” oppure “una voce cantante adagiata su un letto melodico di note” ma quest’ultima sarebbe la tipica espressione buttata lì al solo scopo di impressionare, senza perciò un effettivo significato, parole che potresti trovare sulla bacheca Facebook di chi pensa sia figo scrivere amenità del genere; una frase da libro di Baricco per intenderci. Invece la questione non è da trattare con superficialità (come avverrebbe in questo pezzo) e la risposta non è detto sia per forza unica e universalmente riconosciuta, non c’è un “torto” e una “ragione”; ad esempio è palese che, sebbene lavorino nello stesso campo, gruppi come i Sigur Ros e Il Volo abbiano in comune solo il fatto di vivere sullo stesso pianeta (e di riempire di pubblico pagante le strutture che li ospitano). Producono cose totalmente diverse, quasi opposte, eppure entrambi “fanno musica”. Quindi cos’è una canzone? Cos’è la musica? E, di conseguenza, cos’è andato in scena venerdì 15 Aprile al Monk di Roma?
Partiamo dalle certezze. Innanzitutto i protagonisti, ovverosia “Spartiti”, il gruppo formato da Max Collini (voce) e Jukka Reverberi (resto della band) che ha eseguito “Austerità”, primo album del sodalizio nato diversi anni fa come divagazione estemporanea e ora diventato esperienza artistica autonoma.
Passiamo poi all’impatto visivo. Si sono esibiti su un palco decisamente sobrio, spoglio al punto da ospitare, oltre ai due, solamente un leggio, una chitarra, una sedia, pc e uno sgabello con pila di libri sopra.
Si arriva al succo del discorso, la performance. Perché Spartiti, così come gli Offlaga Disco Pax (esperienza precedente di Collini e terminata dopo la morte di Enrico Fontanelli, uno dei tre componenti del gruppo) hanno un modo alternativo e riconoscibile di far canzoni, sulla scia del solco tracciato dai Massimo Volume: i testi non vengono cantati ma recitati su basi musicali. I campionamenti di Reverberi, che lui stesso talvolta accompagna con la chitarra, seguono e sostengono la narrazione fatta dalla voce calda, tagliente, emiliana di Collini. Gli argomenti trattati sono quelli storicamente “cari” a quest’ultimo, spaziando tra ricordi autobiografici, omaggi ad altri artisti, ironia, storie ispirate alla realtà reggiana degli anni 80 e l’immancabile sfondo politico, il PCI, parte integrante della vita del duo.
Il risultato, dal vivo, è travolgente. Collini-Reverberi e le loro canzoni-racconto sanno dar vita a una forte empatia col pubblico; i due sono coinvolgenti, trasmettono emozioni e chi assiste riesce a farle proprie immediatamente; si crea immedesimazione diffusa e riconoscibile, una identificazione che le tracce di “Austerità” permettono totalmente di realizzare. Da carognate così grandi che “Zanardi (uno dei personaggi creati da Andrea Pazienza, ndr) gli faceva una sega, CIT”, a fantomatici manifesti ideologici “fatti un po’ per scherzo un po’ per scherno” fino a arrivare a momenti davvero toccanti, il risultato è che durante la performance si ride, si pensa, ci si commuove, e lo si fa tutti insieme.
In definitiva, cosa è andato in scena al Monk? Gli Spartiti fanno canzoni propriamente dette? Austerità è musica? Chi vi scrive non è certo della risposta ma è assolutamente convinto che sia stato qualcosa da ricordare, una bellezza che fa bene all’umore, al corpo e all’anima. Chiunque avesse l’opportunità di assistere a una loro esibizione lo faccia; in caso contrario andrebbe molto vicino a ciò che può essere considerata “un’occasione persa”.

Antonino Tarquini 18/04/2016

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM