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"Bright Love": il debutto discografico di Francesco Giustini

Dic 02

Un percorso sonoro intimo quello di Francesco Giustini e del suo trio. Il suo debutto discografico “Bright Love” (Corner Records, 2016) è un progetto originale, caratterizzato da continue aperture musicali che danno modo di immaginare spazi di comprensione ogni volta diversi. Il trio composto da Francesco Giustini alla tromba e al filicorno, Samuele Martinelli alla chitarra e Giulio Angori al contrabbasso, riesce a creare momenti sonori pregni di sfumature e colori, donando all’intero album un senso ben definito. Le sensibilità dei musicisti si uniscono in un’unica voce, lasciando a ogni strumento un proprio spazio d’azione, di libertà espressiva che BrightCopdefinisce un’atmosfera sospesa, romantica. Un progetto caratterizzato dall’amore per il suono, per la sua forza e dalla passione per il jazz e per l’improvvisazione. In una dialettica costante tra detto e non detto, tra il silenzio e il suono, tra il ritmo serrato e l’andamento pacato, la band riesce ad amalgamare la materia sonora con naturalezza, esplorando territori sconosciuti con grande determinazione. L’ascoltatore è così proiettato verso un universo jazz non sempre tradizionale, talvolta più moderno, caratterizzato da spinte melodiche coraggiose, e da idee musicali stravaganti.
La formazione drumless, senza batteria, consente ai musicisti di sviluppare linee interpretative differenti tra loro, ma capaci di unire quelle due tensioni che attraversano l’intera opera: una dimensione più raccolta e intima e un’altra ritmicamente trascinante. Il loro incontro-scontro è in grado di indirizzare la musica verso percorsi d’improvvisazione più stimolanti e autentici, volti alla scoperta di nuovi stimoli creativi. L’aspetto interessante del trio di Francesco Giustini è la ricerca di un suono essenziale, puro, capace di sperimentare percorsi intraprendenti dove è la melodia a rappresentare la centralità del suo discorso musicale. Gli otto brani presenti nell’album sono quasi tutti originali, ad eccezione di “It Could happen to you” di J.Van Heusen e “Sail Away” di T. Harrell. Il brano che dà il titolo all’album è una vera dichiarazione d’amore nei confronti della musica, sostenuta dalle voci esaltanti della tromba e della chitarra e accompagnate discretamente dal contrabbasso. Il movimento sinuoso dello strumento di Angori dà il via a “Lumier Waltz”, una composizione sospesa in un altro tempo, dove le linee melodiche della tromba di Giustini dirigono i pensieri verso atmosfere calde, rassicuranti, quasi familiari. Una dimensione malinconica si apre invece nel brano “So far from here”, in cui ogni strumento sembra raccontare la propria storia, seguendo gli intrecci di una narrazione privata. L’album si chiude con “Waiting peacefully”, un brano semplice che riesce a rivelare la forza del progetto di Giustini: un’opera intima, personale, che sa orientarsi negli spazi puri dell’improvvisazione.

Serena Antinucci 02/12/2016

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