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Concerti a teatro "perché casa è troppo piccola": Agnese Valle all'Orologio

Dic 01

"Quando due hanno dormito insieme è un'altra cosa, ci si ritrova al mattino a riaffiorare entrambi dallo stesso sonno, si è pari" (Italo Calvino, "L'avventura di due sposi")

Nella sua accezione più tradizionale, la canzone si compone di stanze. Come una casa. Portare le canzoni a casa è quindi renderle nella loro dimensione più intima, più vera. Se la casa diventa un teatro – e viceversa – tutto assume un fascino particolare, l'ascolto e la partecipazione diventano più agili, sentiti, affettuosi, confidenziali. Con mobilie antiche, qualche bottiglia di vino – sempre ben gradito quando si rincasa – e un tappeto musicale intrigante Agnese Valle trasforma la sala off del Teatro Orologio in un grande salotto dove raccontare storie, aneddoti personali o di altri amici chiamati a raccolta, mostrare fotografie di cui non è mai facile restituire l'essenza a chi non ne è stato il protagonista.
Fresca vincitrice del premio della critica all'ultimo Bianca d'Aponte, Agnese Valle trova una quadra armonica che si accompagna ben aderente a testi significativi. La dimensione raccolta privilegia la ricerca di pulizia e la varietà di timbri presente nella sua discografia, dai lenti di seta come "Lato caldo del letto", splendido brano ispirato a "L'avventura di due sposi" di Calvino, fino alle hit da villaggio vacanze come "Venerdì", secondo singolo dell'ultimo disco "Allenamento al buonumore", che si alterna in scaletta ai pezzi dell'esordio "Anche oggi piove forte" e alla cover – l'unica – di "Maledette malelingue", rock tonico di Ivan Graziani. Verace e sgargiante, Agnese Valle si lascia trasportare dai suoi appunti di viaggio e dai suoi ricordi, lampi biografici da cui nascono colori accesi e versi accattivanti che si trasformano in sequenze pop e frammenti di cinema in bianco e nero. Emerge, chiara come gli occhi di chi canta, la necessità di raccontare, di intessere trame che prima vengono accennate in spiritosi intermezzi parlati e poi prendono forma e suono.
Nella sua accezione più tradizionale, la stanza ha due piedi. Uno, ben ancorato alla poesia, è l'ospite illustre di casa Valle: in orario da dopo-cena, quando il vino è ancora lì a macchiare i bicchieri, bussa al rinfresco Pino Marino, che con la sua filastrocca sociale "Non ho lavoro" – il paio lo fa "Disposto a tutto" della padrona in abito nero – celebra l'arte in quanto "gesto compiuto di lavoro", come il pane e l'amore.
Nella sua accezione più tradizionale, la canzone ha poi un congedo. Come l'invito a casa. Quello scelto da Agnese Valle è di impatto esplosivo, che prelude alla nostalgia e alla voglia di rivedersi presto: in "Musica immaginaria" la clarinettista romana si alterna al microfono con Raffaella Misiti mentre Stefano Scatozza orna alle corde.
Come il pane e l'amore, a casa si gustano sapori pieni. Agnese Valle si serve dell'atmosfera casalinga per mettere in mostra il suo lavoro, come una crostata lasciata a raffreddare: canzone d'autore al femminile, ammaliante e graziosa, fiabesca, gitana, "una piega sull'ultima pagina della notte".

Foto: Massimo Bottarelli

Daniele Sidonio 1/12/2016

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