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"E'' arrivata mia figlia!", una speranza nel Brasile che cambia

C'è una cucina, una porta socchiusa, una donna che origlia una famiglia a cena. Sa tutto di loro: cosa gradisce "donna Bàrbara" a colazione prima di correre elegantissima al suo lavoro, quale medicina deve prendere il dottor Carlos, per evitare di sprofondare nella depressione, quale sia il gelato riservato al giovane Fabiñho, che di notte quando non riesce a dormire cerca conforto tra le sue braccia. La conosce bene Val (Regina Casé), governante precisa e affidabile, questa famiglia alto borghese di San Paolo, ma sa stare al suo posto. Ha imparato che oltre certi varchi si va solo quando si è chiamati. “Val, prendimi un po' d'acqua”, “Val, prepara una torta per il mio compleanno”, “Val, apparecchia per la colazione”. Allora, solo allora, la macchina da presa può entrare nel sontuoso salotto, davanti alla piscina illuminata, nelle camere da letto.

Per tutto il resto del film “E' arrivata mia figlia!”, della regista brasiliana Anna Muylaert, premiato al Sundance e a Berlino, scopriremo anche noi questa famiglia dallo spiraglio di una porta socchiusa, dai rumori dietro una stanza chiusa. Almeno finché non arriva lei, Jessica. La figlia di Val va fieramente contromano rispetto alla tradizione brasiliana. Come la madre ha lasciato il nord del paese per affrontare un esame funzionale a iscriversi alla Fau (l'università di architettura di San Paolo), del tutto impermeabile ai sottili equilibri borghesi per i quali “sei di famiglia”, ma solo fino alla porta della cucina. Così, una volta in casa, eccola pranzare con il capofamiglia che, da quando lei è in casa, riscopre una nuova giovinezza, farsi preparare la colazione dalla moglie indispettita, fare il bagno in piscina con gli amici del figlio, piscina che Val, in tanti anni di servizio non ha mai nemmeno sfiorato con un dito.

La reazione di Val a questa naturalezza della figlia, che si sente pari grado dei suoi padroni, sarà una serie di espressioni esilaranti che saranno la cifra comica di un film invece profondamente serio. “E' arrivata mia figlia!”, circa vent'anni di lavorazione della Muylaert che lo ha anche scritto, è un trattato sociologico sulla società brasiliana e sulla sua evoluzione, in particolare sulle nuove speranze frutto delle politiche del Partito dei lavoratori al governo. Con il presidente Lula, in Brasile, è stata praticamente eliminata la manodopera domestica convivente, sulla quale invece si era basata una consolidata tradizione, sin dai tempi del colonialismo.

Sullo sfondo della storia, infatti, è analizzato il rapporto madre-figlio. Molte donne di alto rango in Brasile lasciavano i figli alle bambinaie, che spesso abbandonavano a loro volta i propri figli per potersi occupare di quelli degli altri.

Un paradosso che vive anche Val, diventata, di fatto, la madre di Fabiñho: con lei il ragazzo ha un'intimità che va ben oltre quella con la madre naturale. E del resto anche Jessica, come la madre, ha dovuto lasciare qualcuno, ma a differenza di Val e grazie alle nuove regole sociali, ha tutta una nuova consapevolezza, nonché una speranza. Una speranza che racconta l'evoluzione di un paese.

 

(Rosamaria Aquino)

 

 

 

 

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