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"Louisiana": l''America inabissata di Roberto Minervini

La crisi odierna che attanaglia molti degli Stati europei, ha determinato negli anni un impoverimento diffuso. Anche negli Stati Uniti, paese vasto ed eterogeneo, esiste un sottobosco composto da persone invisibili relegate ai margini, in perenne lotta per la sopravvivenza giorno dopo giorno e senza alcun aiuto.

Dopo i racconti texani Roberto Minervini con il suo ultimo documentario “Louisiana” presentato a Cannes 2015 (selezione “Un Certain Regard”), si sposta a West Monroe, muovendosi a ritroso nei luoghi da cui era partito Todd Trichell, padre di Colby interprete in “Stop the Pounding Heart”. L'occhio da fotoreporter del regista posa lo sguardo su Mark e Lisa, tossicodipendenti che si guadagnano da vivere vendendo metanfetamine, e ingegnandosi in lavori occasionali. L'intimità dei personaggi, tra cui alcuni anziani reduci senzatetto, viene svelata attraverso sequenze e immagini dal forte carico emotivo. Situazioni reali alternate ad altre ricostruite, decise di comune accordo insieme ai soggetti filmati. I protagonisti puntano il dito contro i grandi capi, animano discorsi appellandosi a valori morali e civili, sorreggendosi grazie anche alla condivisione e l'aiuto reciproco.

Il confine tra illegalità e anarchia descritto, vacilla facendo emergere un'ideologia così forte da debordare pericolosamente, legittimando posizioni e scelte di vita radicali. E' il caso degli ex militari, comunità barricata su se stessa, osservati mentre trascorrono le giornate ad addestrarsi immaginando un'ipotetica invasione dal Medio Oriente. La percezione della realtà circostante e i dibattiti generati intorno ad essa, seguono le linee guida di una rappresentazione lucida che dichiara apertamente l'odio verso Barack Obama.

Diversamente da Mark e Lisa, le loro frustrazioni erompono in violenza gratuita: raffiche di colpi indirizzate verso il presidente ridotto a fantoccio, maschera, data alle fiamme da una milizia privata la cui preoccupazione è proteggere innanzitutto la famiglia.

Con “Louisiana”, Minervini realizza un'opera riflessiva ed equilibrata fra documentario e fiction nella quale il risvolto critico politico, affiora assumendo contorni inaspettati ancor più netti nel finale, delineando così l'andatura generale del film.

 

(Vincenzo Verderame) 

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