Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 617

“La Sonnambula” di V. Bellini: al Teatro dell’Opera di Roma, Speranza Scappucci e G.B. Corsetti presentano l’opera al debutto domenica 18 febbraio

Nella giornata del 13 febbraio, al Teatro dell’Opera di Roma si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo lirico che debutterà il prossimo venerdì 16, in anteprima, e poi di nuovo, con la prima, domenica 18, dopo la quale sarà in scena fino a sabato 3 marzo. L’opera di Vincenzo Bellini è stata interpretata, in questa sua ultima versione, da un team d’eccezione: da Speranza Scappucci, direttore d’orchestra, al regista Giorgio Barberio Corsetti, a Jessica Pratt nel ruolo di Amina (che si avvicenderà, per una sola serata, con Jessica Nuccio) e tanti altri ancora. Alla conferenza, oltre a regista, direttore e voce protagonista, mediavano l’incontro Alessio Vlad e Carlo Fuortes, rispettivamente Direttore Artistico e Sovrintendente alla Fondazione Teatro dell’Opera di Roma.sonnambula 1

Vlad e Fuortes esordiscono subito chiarendo la cura e la passione riposte in quella che è, a tutti gli effetti, una pietra miliare nella lirica, nella storia della sua messinscena e del Teatro dell’Opera stesso, dov’era presente già nel corso della primissima stagione, nel lontano marzo del 1881. Per un’opera tanto rimaneggiata, reinterpretata e tagliata, il Direttore Artistico ci tiene a specificare come quest’ultima rappresenti un grande atto di coraggio, essendo versione quasi integrale, con un solo taglio, peraltro già previsto dal Bellini.

sonnambula 3Anche Speranza Scappucci ribadisce l’importanza musicale e psicologica delle ripetizioni, troppo spesso espunte dall’originale, quando invece possono rivelarsi fondamentali nel creare le grandi atmosfere di “un’opera notturna”. In questo, contribuiscono anche il Coro alla greca, vero e proprio quinto personaggio e primo spettatore delle vicende, e i recitativi cosiddetti mozartiani, in cui “ogni accordo ha un colore ed è legato a una parola”.

Quella di rendere al massimo il contrasto psicologico dell’opera è stata la questione affrontata anche dal regista, che si è interrogato su come drammatizzare, visivamente, l’innocenza e lo splendore di Amina contrapposti all’orgoglio e alla gelosia di Elvino. “La storia”, dice G. B. Corsetti, “è abbastanza semplice, però ha dentro quello che Freud definirebbe un elemento perturbante. Qualcosa che ha a che fare non soltanto con la natura degli eventi, ma che avviene dentro lo spettatore e i personaggi.” Perciò, l’ambientazione delle montagne svizzere si trasforma nella metafora di un mondo interiore dove ogni mobile, al di fuori del letto incriminato del Conte, è ingigantito nelle dimensioni. La vicenda, da questo punto di vista, si fa gioco infantile, con i personaggi stessi che muovono dei piccoli pupazzi, rappresentazioni totemiche in miniatura di sé e delle proprie emozioni. A tutto ciò, contribuiscono anche innesti video di Gianluigi Toccafondo, proiettati sullo sfondo, ad aggiungere un ulteriore livello di lettura per una storia, ancora nelle parole del regista, “ricca di tanti colori e parti nascoste”.

Chiude la conferenza la testimonianza di Jessica Pratt, che in comune con regista e direttore d’orchestra ha ricordi di grande affetto non solo per il Teatro dell’Opera, ma anche legati al suo personaggio, Amina: è proprio cantando il finale de “La Sonnambula” che Jessica ha vinto il concorso, in Australia, che le ha permesso di raggiungere Roma. Nella capitale ritrova oggi come sempre una squadra di talenti e professionalità eccezionali, tanto che, per Jessica, “qui è come casa”.

Andrea Giovalè

14/02/2018

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM