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Incertezze ricoperte di cemento: il debutto di Rosso Petrolio

Feb 06

 "O guardo i crepuscoli, le mattine                      E io, feto adulto, mi aggiro
su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo                  più moderno d'ogni moderno
come i primi atti della Dopostoria                       a cercare i fratelli che non sono più" 
cui io assisto, per privilegio d'anagrafe              (Pier Paolo Pasolini, Poesie mondane, 10 giugno 1962)
dall'orlo estremo di qualche età
sepolta. Mostruoso è chi è nato
dalle viscere di una donna morta.

Classe 1988, diplomato all'Officina Pasolini e finalista in tutti gli ultimi concorsi di artigianato musicale, ha una poetica definita e suggestiva, un timbro riconoscibile, una scrittura sciolta e mai banale. Abbiamo assistito alla festa rossopetrolio2di lancio del suo primo EP lo scorso 17 gennaio al Monk, prendendo atto di quello che in fondo già sapevamo: Antonio Rossi, in arte Rosso Petrolio, è una delle nuove e promettenti voci della canzone d'autore. Il suo disco, composto da cinque brani (di cui due in inglese), è accompagnato da un libretto di undici liriche urbane ("Chronicles of a naufragio") e unisce una metrica decostruita a un comparto strumentale incentrato su un folk bucolico.
Il gabbiano disegnato da Rosso Petrolio sulla copertina è arrossato e sporco, macchiato da tinte acide e virulente sintomo di una realtà inquinata, marcia, che agisce anche sulla mente e sulle emozioni ("my mind is polluted" si legge in una delle poesie). Una lettura classica e forse scontata pone il gabbiano come simbolo di libertà, ma si presta ad estendere il significato alla natura indipendente del progetto e a uno dei temi principe del disco: l'instabilità, il volo coatto e costante. È simbolo cromatico di "vite in confusione" che sentono il "dovere inappellabile di continuare ad andare", magari senza sapere dove. Una sorta di deiezione che Mario Luzi predicava, sulla scia di Heidegger, al fronte di un "mondo opaco" e di un'agognata pienezza esistenziale, rappresentata in "Effetto farfalla" dal condizionale; nel primo brano della tracklist si trova il simbolo verbale, modale e sintattico dell'instabilità (titolo del secondo pezzo, "Unsteady") e dell'insicurezza. La sua comparsa in avvio accompagna frasi disilluse, mentre nel finale viene vinto dall'amarezza nell'osservare la farfalla che è tornata, "se l'è cavata", e nel constatare che nulla cambierà, in amore come nella città fuori dalla finestra.


Eccola, l'altra immagine forte della poetica di Rosso Petrolio, vicina ad alcuni episodi di Luzi come di Giorgio Caproni: le canzoni si muovono sul costante rapporto del protagonista con la città (Roma, nel suo caso) che entra in tutte le dinamiche dell'io – amore, disamore, indignazione – profondamente agganciato al proprio codice interno. La città diventa così una grammatica mentale, rinforzata dagli arrangiamenti nudi – più strutturati nei brani in inglese – che aumentano la tensione del testo. Il panorama deturpato, che evoca non poco gli stilemi delle Luci della centrale elettrica, si mescola alla compagine sentimentale e amorosa, rapita dalla frenesia e dall'intensità del caos. "Sarebbe bello rivedersi su uno schermo senza audio/e potersi poi doppiare/così da scegliere con cura le parole": da "Effetto farfalla" caos e instabilità sfociano nell'incomunicabilità. In "Dall'altra parte dell'oceano" il linguaggio sembra inadeguato a rappresentare la realtà, una normalità contraffatta e impensabile: "ti ho urlato aspettami dall'altro marciapiede di una strada/ma poi ti hanno avvistata su una fila trafficata di parole ritoccate e sei rinata". Qui l'andamento degli intermezzi crea un senso di inenarrabilità del tempo e di ansia per un amore lontano e ormai irraggiungibile, coniugato al passato ("cos'altro ti aspettavi da un tramonto a basso costo come questo?", "come le notti che ho passato ad attenderti nel letto/a rigirarmi nel mio letto/quando mi dormivi accanto").


La reminiscenza brondiana è forte in "Riflessioni sullo schermo del computer", che ricorda alcuni versi e alcuni paesaggi delle Luci. Gli intermezzi strumentali sono il contrappunto della riflessione, che si interrompe sul più bello ("penso che in fondo/non serva a niente andare a fondo") per poi risolversi in una chiosa anti-retorica ("se non ad affondare"). Il brano presenta un cantato che gioca sempre d'anticipo rispetto alla musica, mentre la rossopetrolio3struttura metrica si regge sulla parola "tempo". All'interno dei versi, infatti, "tempo" è sempre inarcato, quasi a voler manifestare l'inadeguatezza rispetto a un presente inesorabile: "con questo tempo incerto mi sono perso".
Da non trascurare la compagine tecnologica che non è simbolo di progresso (riflesso pasoliniano) ma trasforma la parte emotiva dell'uomo in fredda meccanica: "il mattino sembra un software che si sta ancora caricando", "ho il cuore in manutenzione", "ricordati ogni tanto di salvare/se non vuoi ricominciare dall'inizio/quanti dati abbiamo perso causa imprevisto?".
Dal vivo in alcuni frangenti la mano sembra più timida agli arpeggi e alcuni momenti forse necessitano di un'accelerata, ma Rosso Petrolio ha una personalità forte che gli permette di unire ai brani del disco un'avvolgente versione di "Canzone" di Lucio Dalla. I cieli malconci della città diventano simbolo di un disagio preciso, di incertezze ricoperte di cemento, antenne che germogliano sui tetti e fiori asfaltati, accatastamento di parole e periodi sinceri. Al contrario del discanto rabbioso di Brondi, Rosso Petrolio si appoggia a elementi compositivi meno criptici, mescolati a vene intimistiche (c'è di rado un noi, c'è sempre un io). Le canzoni non sono liquide ma pulsanti di immagini spigolose, che intorpidiscono l'interiorità mentre "il fiume scorre, la campagna varia/grandina, spiove, niente si riscuote" (Mario Luzi, Dal fondo delle campagne 1965).
Rosso Petrolio è un alter-ego che si affaccia su una pseudo-realtà, su un panorama dopo-storico per disegnare con schizzi verdognoli e rossastri la fragile vacuità di "iridi disattente/abituate alla sete e all'immondizia".

Rosso Petrolio EP, tracklist:
1) Effetto farfalla
2) Unsteady
3) Riflessioni sullo schermo del computer
4) Dall'altra parte dell'oceano
5) Might as well

Daniele Sidonio 06/02/2017

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