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"Beady Eye" live all''Orion: la parabola discendente di Liam Gallagher

Parka bianco, occhiali lennoniani, soliti eccentrici mocassini leopardati e una voce tirata a lucido, lontana parente di quella decadente che ha caratterizzato gli ultimi due tour degli Oasis: Liam Gallagher si presenta così, in pompa magna, all’Orion di Ciampino, per la seconda e ultima data italiana del tour «BE».
«BE» come il titolo dell’ultimo album dei Beady Eye, gruppo nato dalle ceneri di quegli Oasis in cui Liam Gallagher (voce), Andy Bell (chitarra), Gem Archer (chitarra) e Chris Sharrock (batteria) hanno militato. Musicisti di prim’ordine che hanno deciso di voltare pagina fondando questo nuovo gruppo al quale si è aggiunto Jay Mehler (basso), ex componente dei Kasabian. Manca Noel Gallagher per completare il quadro, e l’assenza dell’autore dei testi e delle musiche della storica band di Manchester pesa come un macigno. Anche se l’ultimo lavoro dei Beady Eye rappresenta un qualitativo passo in avanti rispetto all’album d’esordio «Different Gear, Still Speeding», è lontano anni luce dall’essere definito un album indimenticabile.
Nell’ora e mezzo di concerto, Liam e soci, eseguono quasi in toto i pezzi del loro ultimo album con l’aggiunta di qualche brano del precedente. Sono canzoni orecchiabili, con testi che non rimarranno nella storia, tra cui spiccano «The Roller», «Start Anew», «Shine A Light» e «Bring The Light».  Il vero apice della serata, però, si raggiunge con l’esecuzione di due classici del repertorio Oasis: «Wonderwall» e «Cigarettes & Alcohol», cantati a squarciagola dai numerosi fans accorsi all’evento.
Tra una canzone e l’altra il frontman sorseggia acqua minerale: sono lontani ormai i tempi in cui Liam accompagnava le sue pause con un sorso di birra, così come sono lontani quelli in cui la band si esibiva a Wembley o al Madison Square Garden davanti a migliaia di persone. L’Orion è sold-out, ma è comunque un locale che contiene poche centinaia di persone. Per compiere un’inversione di marcia bisognerà attendere una reunion o, a meno di un eventuale e molto improbabile colpo di genio creativo, la parabola discendente che ha colpito questi musicisti, non terminerà.
 

(Nicola Delnero)

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