Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

"Birdman", fine e nascita di un eroe per Iñárritu

Un uomo sospeso (letteralmente) tra celebrità e realizzazione personale: così il regista Alejandro Gonzàles Iñárritu presenta al pubblico il suo Birdman or (the Unexpected Virtue of Ignorance), film d'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2014.
Riggan Thomson (interpretato da Michael Keaton), ex supereroe del cinema e ormai attore in declino, cerca un riscatto personale nel cuore della scena di New York, a Broadway, con un impegnativo riadattamento teatrale di un classico di Raymond Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d'amore. Una scelta che mette in gioco molto più della carriera dell'attore: la prova alla quale il protagonista, suo malgrado, si sottomette lo porta a scavare nel proprio io frammentato e in lotta con l'ingombrante alter ego della fama, “impersonato” dall'invadente voce del supereroe Birdman. Questo personaggio, che aveva traghettato Thomson nell'Olimpo di quelli che contano, è ora una pesante zavorra che impedisce all'uomo e all'attore di realizzarsi e spiccare il volo, di ricucire il controverso rapporto con la figlia (Emma Stone), di costruire una relazione affettiva stabile (con la collega attrice interpretata da  Andrea Riseborough), di gestire la competizione con il rivale sul palcoscenico (un ritrovato Edward Norton). E se ciò non bastasse, ci si mette in mezzo anche il mondo contemporaneo, con la rapità dei social network e i loro giochi di potere che si misurano sul numero di visualizzazioni dell'ultimo post pubblicato.
Iñárritu, che come ha sottolineato il direttore della Mostra Alberto Barbera si discosta dai suoi precedenti lavori riuscendo comunque a stupire il pubblico, racconta la teatralità della vita attraverso un lungo piano sequenza: il “montaggio” del vissuto di Thomson, da lui stesso raccontato, prende forma attraverso il suo sguardo e avvicina l'interpretazione attoriale a quella della vita vera, in un flusso di coscienza che non conosce intervalli o lunghe pause di riflessione. A “interrompere” questo processo solo il rapporto lavorativo con Naomi Watts, coprotagonista un po' in ombra dello spettacolo in attesa di giudizio, e quello con il produttore e amico Zach Galifianakis, capace di riportare un po' di equilibrio nella continua instabilità del protagonista.
Il palcoscenico visionario immaginato dal regista messicano mette a confronto vita vissuta e teatro, ma mescola le carte a tal punto da non banalizzare una trama all'apparenza semplice e lineare.
I nuovi eroi, che vivono tanto quanto un video su Youtube e che hanno come armi i social network, sono destinati a scendere a patti con la realtà e ad accettare la loro natura di uomini, contraddittori, non sempre vincenti, ma capaci di reinventarsi. 

 

(Valentina Mallamaci)

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM