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"John’s Gone": in concorso a Venezia il nuovo corto dei fratelli Safdie

21 minuti di immagini bluastre e disorientanti delle quali non è facile trovare il significato. E infatti non c’è. E’ giusto che sia il disorientamento una delle sensazioni che ci restano dentro alla fine della visione, lo stesso del protagonista e dei suoi “clienti”. Ed è giusto che quell’aura blu-verde che caratterizza la pellicola ci entri sotto pelle come un’iniezione, un colore freddo e ivasivo che penetra e raggela gli animi.  
Con “John’s Gone”, Josh e Benny Safdie, hanno di nuovo saputo farci viaggiare in modo disincantato e critico nella quotidianità newyorkese, dove la gente si sente sola e il web la fa da protagonista.
Autori americani di cinema di strada, i giovanissimi fratelli hanno girato il corto interamente con la telecamera del padre che crea riprese traballanti e a tratti sfocate, metafora dell’instabilità di John, dell’impossibilità a capire le sue mosse e della confusione dei nostri giorni.

 

(Chiara Scovacricchi)

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