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Roma, alla festa della fiction Jason Priestley presenta "Call me Fitz"

Piccoli studenti crescono. Avevamo lasciato Jason Priestley nei panni dell’adolescente modello del West Beverly High in “Beverly Hills 90210” e oggi,  a ormai 10 anni dalla storica ultima puntata del teen drama che ha appassionato milioni di fan in tutto il mondo, lo ritroviamo nel ruolo di un venditore di auto usate bello, spaccone e sciupafemmine. E “possiamo chiamarlo Fitz”. L’attore canadese, idolo della generazione di teenager targata anni Novanta, è tra gli ospiti stranieri del Roma Fiction Fest che giovedì 8 luglio ha presentato per la sezione Concorso internazionale “Call me Fitz”, la serie prodotta da Motion Pictures ed E1 Entertainment per TMN, Movie Central, di cui l’attore è protagonista e produttore esecutivo.Come lo stesso Priestley ha dichiarato durante l’incontro con il pubblico, il suo nuovo personaggio è  un eterno adolescente, che  ama vivere la vita giorno per giorno senza preoccuparsi né delle conseguenze delle sue scelte, né del futuro, tanto che a rimettere ordine nella sua esistenza arriverà un nuovo socio con una bizzarra pretesa: essere la sua coscienza. Richard Fitzpatrick è lontano anni luce da Brandon Walsh, il personaggio che l’ha reso celebre, ma come ha sottolineato l’attore, interpretare ruoli diversi, anche parallelamente, è importante per evitare di rimanere a lungo intrappolato in un unico personaggio. D’altra parte chi lo ha seguito negli ultimi anni ha potuto apprezzarlo in “ True Calling”,  “Masters of Horror”, “My Name is Earl”,  oltre che come regista in “Vita segreta di una teenager americana”, nel remake di  “Beverly Hills 90210”e nell’ultimo “Call me Fitz” per cui ha collaborato con Scott Smith. Sia da attore che da regista Jason Priestley resta comunque fedele alle produzioni televisive che, confida, offrono un ritmo di lavoro molto veloce e a lui particolarmente congeniale all’interno di un mondo che molto spesso offre prodotti anche migliori rispetto a quelli cinematografici. Un po’ come “Call me Fitz”, una serie pensata per la tv, ma lavorata come un lungometraggio, e questo fa davvero la differenza.

 

(Mariangela Ciavarella)

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