"Beatles Submarine": al Teatro Olimpico il viaggio psichedelico nel mondo dei Fab Four
Non è il solito omaggio ai Beatles quello proposto in “Beatles Submarine”, ma più un viaggio psichedelico nelle tappe fondamentali della loro storia che s’intreccia alla letteratura e alle immagini. Certo, le canzoni dei Fab Four – spesso reinterpretate dagli ottoni della Banda Osiris - sono le protagoniste dello spettacolo, ma alla pari dei frammenti biografici, dei racconti della band di Liverpool e delle suggestioni create da quel sottomarino del titolo brillantemente guidato dalla versatilità di Neri Marcorè e dall’ironia creativa della Banda Osiris.
Sullo sfondo ci sono le immagini di Daniela Dal Cin, trasformate in video d’animazione da Francesco Frongia: ed ecco, dunque, che il sottomarino giallo passa tra alghe psichedeliche; “beat-scarafaggi” suonano strumenti musicali; fragole giganti (“Strawberry Fields Forever”) riempiono lo schermo come anche le uova strapazzate, quelle “scrambled eggs” che furono le parole che Paul McCartney aveva provvisoriamente affibbiato alle note di Yesterday apparsegli in sogno in un albergo parigino.
Appare spesso anche il volto di Lucy (in the sky with diamonds) che rivela le visioni psichedeliche del quartetto: tutte immagini che accompagnano la performance e introducono il pubblico al viaggio. E ancora, sono evocati i momenti storici della band: i quattro ragazzi respinti da un provino per una casa discografica che dopo un anno si ritrovano protagonisti di uno show seguito da milioni di persone; la decisione di non esibirsi più dal vivo fino ad arrivare al tragico epilogo di John Lennon, ucciso da un colpo di pistola per mano di Mark Chapman.
Il tutto è intermezzato da citazioni letterarie che vanno da “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll a “Cappuccetto nero” di Stefano Benni, ottimi espedienti per far comprendere il mondo psichedelico creato dai testi dei Beatles.
Uno spettacolo, o meglio un viaggio in cui l’innata vena creativa di Carlo Macrì, Gianluigi Carlone, Roberto Carlone, Sandro Berti (Banda Osiris) e la poliedricità dell’ottimo Neri Marcorè introducono abilmente lo spettatore in un mondo di ricordi indelebili.
(Nicola Delnero)
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