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“T/empio, critica della ragion giusta”, la parola tra vuoto e incomunicabilità

Lo skyline di una città e, più avanti, la porta di un palazzo di giustizia con il cartello “torno subito”, è qui che si incontrano due personaggi, l’accusato e l’accusatore. Di fronte all’evidenza di un giustizio sospeso, i due disquisiscono sull’impossibilità e la difficoltà di comunicare. Lui, con una ventiquattrore, è l’accusatore e sa tutto, lei invece non sa e inizia la sua condizione le suscita il desiderio di una riflessione. Di fronte alla porta del tribunale, in attesa, i due sono in realtà bloccati in una condizione esistenziale in cui si interrogano sui temi del Sacro e dell’Empio, del Giusto e dell’Ingiusto, concetti in apparenza opposti, e sul significato delle parole, vuote e incomprensibile. Proprio questo vuoto e l’impedimento di definire le parole, scatena rabbia e paura.

I due si trovano davanti ad un destino comune, il processo che li attende. Quello tra i due è un processo alle parole, che tratta facce diverse di una stessa medaglia. “T/Empio – critica della ragion giusta”, al teatro dell’Orologio dal 21 al 23 marzo, è una libera interpretazione dell’Eutifrone di Platone, scritta, diretta e interpretata da Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi. Lo spettacolo, vincitore di Teatri del Sacro 2013, è stato prodotto dalla compagnia Carullo- Minasi in coproduzione Federgat all’interno della rassegna “Dominio Pubblico”. La compagnia Carullo-Minasi nasce con “Due passi sono io”, scritto, diretto e interpretato dalla coppia, spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2011 e Premio In Box 2012. Con “T/Empio, critica della ragion giusta”, oltre alla vittoria ai Teatri del Sacro 2013, è finalista al Bando Ne(x)twork 2013 (Teatro dell’Orologio e Kilowatt Festival). La compagnia proseguirà la tournée al teatro Vascello, dal 27 marzo al 13 aprile, con lo spettacolo “Due passi sono io”.

 

(Fatima Anna Cesari)

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