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"Così è se vi pare": il dramma dell’inconoscibilità del reale

“Vi vedo così affannati a cercar di sapere chi sono gli altri e le cose come sono, quasi che gli altri e le cose per se stessi fossero così o così…ma secondo lei allora non si potrà mai sapere la verità?  Se non dobbiamo più credere neppure a ciò che si vede e si tocca! Ma sì, ci creda, signora! Perciò le dico: rispetti ciò che vedono e toccano gli altri, anche se sia il contrario di ciò che vede e tocca lei” Esiste una verità assoluta? Si può avere una visione certa di ciò che ci circonda? Chi ha ragione La Signora Frola o il Signor Ponza? Questi enigmatici interrogativi sono la spina dorsale di  “Così è se vi pare “,  prestigioso allestimento che ha debuttato lo scorso 9 aprile alla Sala Verga  del Teatro Stabile di Catania con grande successo di pubblico. L’opera, un’ inquietante analisi della personalità umana che l’autore agrigentino ha tratto dalla novella “La signora Frola ed il signor Ponza”, è stata scritta nel 1917. Il regista Guglielmo Ferro ha optato  per una versione “dark” dalle atmosfere kafkiane. Nell’opera si scontrano le diverse percezioni dei fatti che accadono in questo  villaggio italiano degli anni Trenta. Pirandello mette in evidenza la relatività del concetto di verità e mostra in che modo le impressioni soggettive possano mettere a repentaglio la reputazione di qualcuno. Viene subito in mente quello che succede  ai giorni nostri sui giornali “gossip” e non solo. Un articolo diffamatorio pubblicato su un importante quotidiano può infatti rovinare per sempre la vita di una persona per bene.   Pirandello evidenzia l’angosciosa condizione dei diversi personaggi, la cui psiche è frammentata e spersonalizzata. Essi si “allineano” secondo le convenzioni della società borghese, ma hanno difficoltà a   comunicare tra loro proprio perchè non riescono a vedere una realtà assoluta. L’uomo è quindi “intrappolato” in questa dimensione  sociale ed ipocrita e costretto ad indossare una “maschera” che lo rende schiavo. Egli è controllato ed inquadrato in questo sistema oppressivo dal quale non c’è via d’uscita se non la follia o addirittura il suicidio. Lo stesso regista mette in evidenza il carattere “orwelliano” di quest’opera:“ L’atmosfera di sorveglianza diventa la chiave di regia della messinscena, il testo offre lo spunto per immergere il ginepraio pirandelliano, che gira intorno alla Signora Frola e ai signori Ponza, in una condizione di dittatura della comunicazione”.Bravi gli attori tra i quali la splendida e applauditissima Ida Carrara (la Signora Frola), Pino Micol (il Signor Ponza) e l’intensa  Mariella Lo Giudice (Laudisi). Le scene “noir” sono di Stefano Pace, i costumi Dora Argento, le musiche di Massimiliano Pace e le luci, Franco Buzzanca le luci. Un plauso va anche al resto del cast composto da  Fulvio D'Angelo, Francesca Ferro, Fiorenzo Fiorito, Barbara Gallo, Lydia Giordano, Federico Grassi, Elena Ragaglia, Elena Sbardella, Emilio Torrisi, Luana Toscano e Manuela Ventura.Lo spettacolo è in scena fino al prossimo 30 aprile al Verga di Catania.     

 

(Alberto Lunetta) 

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