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"Il commissario Nardone": fortunati ascolti per Rai1

Non possiamo parlare certo di novità: ennesimo commissario per Rai1 con cui, la rete ammiraglia, inaugura la sua stagione di fiction televisiva. Pronta da ben due anni, rimasta in giacenza nelle teche aspettando di trovarne la giusta collocazione, la fiction in sei puntate diretta da Fabrizio Costa e interpretata da Sergio Assisi ha riscosso, in termini di share, un ottimo successo: 5.237.000 telespettatori in valore assoluto per uno share del 21,54% nella prima puntata, ”Penicillina mortale”, e 4.934.000 e 22,14% nella seconda, “La Banda Dovunque”. Vincere in ascolti, però, non equivale a vincere in qualità: iniziamo con il dire che doppiare alcuni attori e altri no, spesso produce un cacofonico squilibrio nel suono che crea distanza nello spettatore, interrompe quel processo di immedesimazione poiché viene palesato l’artificio scenico, ovvero si avverte subito la finzione e la scarsa manifattura del prodotto. Durante la visione, infatti, molte parole, se non addirittura intere frasi, risultano incomprensibili, le parole non arrivano all’orecchio e l’inascoltabile accento forzato milanese dei doppiatori, appiccicato su labiali fuori sincrono, non aiutano. Ma andiamo avanti: i casi di puntata risultano debolissimi, soporiferi, fasulli nella loro risoluzione tanto da spostare l’attenzione quasi esclusivamente sulla classica storia d’amore piuttosto che sul nucleo del genere detection. Battute poi come “A Milano il caffè non lo sapete fare” elette a Leit-motiv, pronunciate non una ma più volte dal commissario di origini avellinesi trapiantato a Milano (e realmente esistito), stancano e indispettiscono più di ogni altra cosa. Per il resto la fotografia risulta un po’ troppo manipolata nei colori come nel contrasto, espediente usato forse per “aiutarsi” nella ricostruzione della Milano del dopoguerra, dove prevalgono inquadrature strettissime e improbabili vedute del Duomo. Eppure se il prodotto ha fatto il suo dovere, se ha incassato ascolti, Rai1 si reputa apposto con la sua coscienza: poco importa del gradimento, quello lo lasciamo alle serie americane o a prodotti d’eccezione come “Montalbano”.

 

(Andrea Ozza)  

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