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“The Wholly Family”: il TaoFilmFest nei vicoli di Napoli

Il suo genio creativo ha attraversato epoche sbagliate e foreste maledette, popolosi sottosuoli e bassifondi metropolitani. Il suo sguardo visionario si è posato su manicomi e castelli, metropoli e grattacieli, senza dimenticare i vicoli napoletani. È nella capitale partenopea, infatti, che Terry Gilliam ha girato “The Wholly Family”, prodotto nel 2011 da Pasta Garofalo.

Vincitore dell'European Film Awards 2011, il cortometraggio è stato riproposto al pubblico taorminese in chiusura della Tao Class del 25 giugno. Girato in cinque giorni, interpretato da attori italiani e americani, da Cristiana Capotondi a Douglas Dean, l'ultimo lavoro del regista statunitense sembra un prodotto incompiuto, forse per la difficoltà di racchiudere in soli venti minuti lo straripante immaginario gilliamiano.

Se lo sviluppo della storia appare disomogeneo e il finale troncato, è facile riconoscere in alcuni fotogrammi l'impronta del regista. Sono le risate sonore dell'inquietante maschera carnevalesca, i bambini covati nelle uova come pulcini, l'ospedale delle bambole rotte, a conquistare gli appassionati. Ma Gilliam, che scrive storie in bilico tra la realtà e la fantasia, si focalizza sulla vicenda tutta umana del piccolo ladro di pulcinelle, vittima di genitori incapaci di sognare. “La realtà è sempre sbagliata – dice il creativo durante la Tao Class – e l'immaginazione non è slegata dalla vita, si fonda su di essa”.

Non a caso l'immagine chiave del corto è quella tutta italiana della famiglia, madre affettuosa, padre premuroso e figlio raggiante. Un piccolo presepe orribilmente felice.

 

(Rossella Porcheddu)

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