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"Beyond": quando dal dolore germoglia la tenerezza

“Beyond” (trad. oltre, al di là) è un film sulla tenerezza. Ci si chiede: “Che cosa c'è oltre la rabbia accumulata a guardare i tuoi genitori consumati dall'alcol, oltre il trauma di dover rinunciare a vivere con l'unico fratello e ricominciare da capo, lontano da quello che fino ad ora, per quanto disastrato, è stato il tuo mondo affettivo, oltre il tentativo di dimenticare tutto?”.

La già pluripremiata attrice svedere Pernilla August, alla sua prima prova da regista – premio del pubblico alla Mostra del Cinema di Venezia del 2010, nelle sale dal 16 marzo - risponde: “C'è la tenerezza”.

Il privilegio di chi si concede di frequentare la forza della fragilità, quella che deriva dalla consapevolezza che anche chi rappresenta un nostro punto di riferimento - i genitori, prima di tutti - può commettere errori grandiosi, perdere per strada affetti e indirizzi, lavoro e stima di sé. Certe cose non si possono cambiare, da certe scelte non si torna indietro. E la tenerezza aiuta a riappropriarci del nostro mondo, per quanto doloroso esso sia.

Leena lo scopre quando una telefonata dalla sua città d'origine interrompe la festa di Santa Lucia, per comunicarle che la madre (Outi Maenpaa) sta morendo. Il marito (Ola Rapace), che ignorava l'esistenza della donna, la convince a partire con le loro due figlie per darle l'ultimo saluto. Per Leena significherà riaprire l'album di un passato difficile, che ha chiuso sotto la chiave di una quotidianità fatta da gesti ripetuti e confortanti, un marito amorevole e premuroso, due bambine affettuose e obbiedienti.

Attraverso i suoi occhi, e il confronto con una madre che, malgrado tutto, ha molto amato il marito violento e i due figli pur non sapendo proteggerli, torniamo indietro all'infanzia naufragata ogni giorno, nonostante l'impegno per non soccombere al degrado, nella realtà di due genitori sconfitti dalle difficoltà, prima tra tutte quella di integrarsi in un paese straniero. Liti furibonde, maltrattamenti, disattenzioni verso figli troppo piccoli per potersi ribellare e che poi si ribelleranno ciascuno a modo suo, e la morte.

In “Beyond”, tratto dall'omonimo bestseller di Susanna Alakoski, c'è tutto, ma niente è esibito. La August ci accompagna in un percorso accidentato come solo quello dei sentimenti può essere, con un rigore che è piuttosto rispetto, senza sbrodolature nelle quali pure avrebbe potuto inciampare. Anche da questo stilla tenerezza, per esempio di una bambina che per impedire al fratellino di sentire le urla di mamma e papà, lo immerge, fingendo un gioco, nella vasca da bagno. O della madre che, abbracciata alla teca delle ceneri del marito, chiede di essere sepolta accanto a lui. Dal che deriva che la capacità degli attori è almeno pari a quella della regista. Noomi Rapace ha occhi che artigliano l'anima: la sua prova di Leena adulta giustifica premi e successo ricevuti in Svezia e fuori. E la quattordicenne Tehilla Blad è una Leena giovane difficile da dimenticare. “Beyond” è un abbraccio. Si chiude come si apre, sull'intimità familiare della protagonista col marito e le figlie. Dopo novantacinque minuti temperata dal dolore condiviso, dunque più vera e consapevole.

 

(Luciana Matarese)



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