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"Complici del silenzio": il racconto di un''Argentina violenta ma reale alla fine degli anni Settanta

Argentina 1978. Si disputano qui i mondiali di calcio e giornalisti da tutto il mondo arrivano in questo Paese per raccontare le imprese calcistiche delle proprie squadre e per scoprire un mondo apparentemente gioioso ma che sta attraverso un periodo di grandi violenze nascoste agli occhi dei più perpetrate dagli uomini della Giunta Militare di Vileda

Tra gli inviati due italiani, Maurizio Gallo (Alessio Boni) e il suo fotoreporter Ugo (Giuseppe Battiston); Maurizio decide di incontrare lo zio che ormai non vede da molti anni e la sua famiglia. Qui conoscerà il marito della cognata, Plabo Pere, politico importante nella Buenos Aires di quegli anni, e che Maurizio rincontrerà lungo il suo viaggio in Argentina. Il giornalista italiano conosce anche Ana Ramirez, l’ex moglie di un suo collega a cui deve consegnare dei soldi; tra i due scoppia la passione. Lei non può legarsi; è la componente di un gruppo segreto di guerriglieri che si oppone alla dittatura. Per Maurizio inizia un periodo di grande confusione; cerca Ana disperatamente inconsapevole del fatto che lei stia scappando non solo da lui ma soprattutto dalla Giunta Militare. Con il passare dei giorni Maurizio si rende sempre più conto di quali e drammatici segreti nasconda quel Paese, quale violenza e quali persecuzioni; viene arrestato per salvare la sua donna e subisce torture inaudite, fisiche e psicologiche, dietro l’accusa di essere un terrorista rosso. Nel frattempo sempre più famiglie piangono i propri figli, scomparsi nel nulla ma in realtà massacrati e uccisi solo perché sospettati di essere dei ribelli.

Maurizio riesce alla fine a salvarsi grazie all’intervento di Plabo Pepe; cerca di portare con sé anche Ana ma lei non crede alle parole e alle promesse di uomini dello Stato e fugge via. Anni dopo Maurizio tornerà in Argentina per partecipare al processo contro i militari che in passato avevano perpetrato torture e soprusi e qui troverà una sorpresa inattesa, un ultimo regalo di Ana.

Secondo il regista e lo sceneggiatore, il film rappresenta un’occasione per raccontare un periodo triste, una tragedia che coinvolse molti italiani emigrati, uno spaccato di vita dove spesso la gente, se la violenza non riguardava la propria famiglia, voltava lo sguardo e continuava a vivere nel silenzio assoluto, alimentando i rastrellamenti e i mancati ritorni a casa di molte persone.

Incerti ha cercato di mescolare al cinema di genere quello d’autore, puntando molto sui personaggi e sui loro sentimenti, sulla loro capacità di reagire alla violenza e al dolore e di risvegliarsi da un torpore civile che per anni ha, in silenzio, accettato massacri e scomparse misteriose.

Incerti ha a volte accentuato alcuni aspetti puntando sul tono melodrammatico ma ha comunque parlato di un tema conosciuto per molti attraverso gli occhi di uomini e donne coinvolti direttamente che raccontano attraverso il proprio dolore. 

Le musiche sono affidate a Pivio e Aldo De Scalzi

 

(Tamara Malleo)

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