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"La bestia nel cuore": Cristina Comencini da scrittrice a regista

Cristina Comencini per la prima volta dirige un film che trae ispirazione dal suo ultimo romanzo, “La bestia nel cuore”. Sabina (Giovanna Mezzogiorno) è una giovane donna che nutriva in cuor suo il grande sogno di diventare attrice ma la realtà e il dover sopravvivere oggi l’hanno spinta a diventare una doppiatrice, soprattutto di telefilm. Ha un compagno, Franco, anch’esso attore, sempre alla ricerca di un ruolo adatto a lui, amante del teatro e nemico della televisione; per lui recitare in una fiction è la morte artistica. Lei rappresenta la concretezza e la mansuetudine, lui rappresenta l’eterna inquietudine e l’incapacità di guardare in faccia la realtà. Un giorno Sabina fa un sogno angosciante: lei bambina, il padre che incombe su di lei, la sua casa d’infanzia, il silenzio che l’avvolge. Una strana inquietudine si insinua in lei; cerca di ricordare il passato, grazie anche all’aiuto della sua amica di infanzia, Emilia (Stefania Rocca), diventata cieca a causa di una grave malattia, da sempre innamorata di lei, che le racconta tutti i ricordi legati alla sua casa e ai suoi genitori. Sabina sente che il suo passato nasconde qualcosa; decide così di andare a trovare il fratello, trasferitosi negli Usa alcuni anni prima, e la sua famiglia, per cercare di riportare alla mente il passato e i ricordi di un’infanzia dimenticata; lascia da solo il fidanzato che nel frattempo ha accettato di interpretare il medico in una serie televisiva, contravvenendo ai suoi principi e l’amica Emilia. Durante questo periodo molte cose cambiano; Sabina scava nei suoi ricordi in un confronto doloroso con il fratello Daniele che le racconta di abusi compiuti su di lui e su di lei da parte del padre, quel padre che sembrava avere una doppia personalità, fiero e severo di giorno, un bambino disperato di notte e una madre che non riesce a fermare il marito, che lo giustifica sempre rendendosi complice di un atto che segnerà per sempre la vita dei suoi figli. Mentre Sabina compie questo doloroso viaggio nei ricordi, in Italia Franco, il suo fidanzato, si lascia sedurre da una giovane attrice, incapace di resistere alla solitudine e alla lontananza; l’amica Emilia invece, chiusa nel dolore del suo amore non corrisposto e della sua malattia, stringe un’amicizia con Maria, una collega di Sabina, che presto sboccia in amore, regalando a entrambe le donne la voglie di vivere e di aprirsi al mondo. Quando Sabina torna il suo mondo è cambiato; aspetta un bambino, l’unico che condivide con lei il suo terribile segreto; solo dopo lunghe riflessioni e dopo la confessione da parte di Franco del suo tradimento, riuscirà a condividere con lui il suo passato, il dolore, la vergogna, per poter poi, con la nascita del bambino iniziare un nuovo percorso di vita. Per ammissione da parte della stessa regista, molte parti del libro sono state tralasciate, anche se molto interessanti, come la storia del libro che Sabina legge all’amica Emilia, ma chiaramente bisognava sottolineare più la parte visiva che quella della parola; infatti il sogno che apre a Sabina la porta verso il passato è resa attraverso immagini, avvolte in un silenzio che rende l’atmosfera pesante e drammatica, rotto solo dai passi del padre che si avvicina sempre più alla porta della camera dei bambini. Tutti gli attori sono stati capaci di rendere al meglio i loro personaggi anche se forse i due protagonisti, Giovanna Mezzogiorno e Luigi Lo Cascio, hanno accentuato i toni drammatici, forzando un po’ l’interpretazione; tra gli altri si è distinta Angela Finocchiaro che è riescita agevolmente a unire il registro drammatico a quello comico regalandoci un personaggio interessante.
Tamara Malleo

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