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"E lucean le stelle...". Quando la danza non arriva all''opera

Nell'accostarsi a un classico non si ha mai troppa prudenza. Il confine tra il tradurre e il tradire è speso labile, soprattutto quando la traduzione concerne due linguaggi differenti che in ultima istanza vengono fatti coesistere. L'opera in danza, ambizioso progetto di Rossana Longo per la Compagnia Il Cerchio e Il Centro, rischia proprio di sfaldarsi sotto il peso di una dramaturgia musicale così alta e raffinata da eccedere il movimento. Una performance dal titolo significativo, "E lucean le stelle":  la grande tradizione italiana del melodramma incontra la danza contemporanea e neo-classica arrancando dietro l'ormai stantìo "celebrativismo" di questi 150 anni d'Unità d'Italia che giustificherebbero anche il patrocinio e il contributo del Consiglio Regionale del Lazio. Lo spettacolo propone una carrellata attraverso i momenti più significativi di "Traviata", "Madama Butterfly", "Tosca", "Il Barbiere di Siviglia", che costituiscono la base per il movimento dei danzatori. Un'antologia del melodramma ottocentesco corredata da coreografie spesso didascaliche e da composizioni di un simbolismo semplicistico.

Si riconoscono le voci di Pavarotti, Domingo, Callas, eredità troppo onerose per potervici ballare su senza pensare che le coreografie dovrebbero almeno protendere alla sublimità di quelle arie e quei recitativi per non esserne sopraffatte. Il rischio è di scadere nella mera esecuzione dei passi, quando risultano ben fatti. In questa raccolta antologica da manuale scolastico forse sarebbe stato più opportuno approfondire le estetiche dei compositori da cui sono state tratte le opere, prima di procedere alla sperimentazione di un nuovo modo di fruizione della lirica attraverso la gestualità della danza. Specchio per le allodole, l'occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia sembra aver fatto passare in sordina la diversità di Verdi e Puccini: lo spessore emotivo di quelle creature fragili e terribilmente "novecentesche" come Tosca e Cio Cio San, emblemi del nuovo disgregamento dell'individuo hanno ben poco a che fare con l'impegno risorgimentale del melodramma di Verdi a cui, forse, lo spirito celebrativo delle produzioni di questo 2011 avrebbe più ragione di legarsi.

 

(Antonella Carone)

 

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