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"Fake For Gun No You", Borroughs secondo i Kinkaleri

Liberamente ispirato a una poesia di Burroughs, Fake For Gun No You | All!, il pezzo portato nell'ambito della seconda giornata di Short Theatre dai Kinkaleri, realizza una danza delle parola: la coreografia dei versi non soltanto si lascia trascinare dalla metrica ipnotizzante del poeta americano, ma letteralmente ne balla ogni sillaba. Parte di un ciclo più ampio, All!, prevede la creazione di performance indipendenti che condividano lo stesso spirito di fondo ma che non perseguono un ideale di forma compiuta.

Semplice nella costruzione ma non altrettanto facile da interpretare, sopratutto perché attraverso la sua esecuzione, che si riadatta in modo site specific ogni volta, è possibile percepire quasi un tono recitativo nel gesto, che può cambiare di significato in modo inaspettato proprio in virtù della sua natura fenomenomenica. La presenza di un testo di partenza quindi non deve ingannare, la loro è una composizione sul linguaggio, e si esprime in modo imperfetto, restituendo quella differenza di forma che appartiene al mondo della carne.

I passi interrotti dei due giovani performer, sbilanciati ma sempre sostenuti da una grande elasticità, costruiscono un pezzo di danza dinamico, che si evolve lungo linee incrociate, attraversamenti orizzontali e diagonali che sfruttano anche gli spazi del fuori scena. Il suono costituisce un elemento discorsivo e non musicale, quasi contrappuntistico nel suo rispondere a una costruzione parallela che se incontra la danza lo fa in modo puntuale, ma non previsto. Se si evita di cadere nella trappola di un giudizio formale, vista la matrice ibrida del pezzo, quindi poco incline a farsi cogliere attraverso uno sguardo tecnico, diventa più semplice prestare ascolto al suo linguaggio grezzo e non finito, vera cifra stilistica di questo spettacolo.

 

(Alice Gussoni)

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