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“Signorine in trans”: il riscatto viene dall’aldilà

Può una grave perdita tramutarsi nella grande occasione della vita? Per Ada, sciatta zitella napoletana, sì. Dopo la morte dell’amatissima sorella Ida, si ritrova da sola, senza saper fare nulla, neanche lavarsi, e con un avviso di sfratto. L’unica persona che gli è rimasta è il vicino di casa, Gianni, un simpatico pescivendolo napoletano che Ada scopre essere omosessuale. La donna vive in un mondo tutto suo fatto di cinema e favole, trascorrendo le giornate a fantasticare su film e attori. Non si rende conto degli effettivi problemi che la porteranno a perdere tutto, nonostante le raccomandazioni di Gianni, fino a quando la sorella Ida ritorna dall’Aldilà per farle prendere coscienza e aiutarla a smettere di condurre una misera vita. L’arrivo dell’affascinante Massimo sconvolgerà Ada che comincerà a vivere davvero quelle emozioni che aveva provato solo attraverso i film.
“Signorine in trans”, dal 5 al 14 maggio in scena al Teatro Ambra alla Garbatella di Roma, è una commedia leggera, scritta e diretta dalle due protagoniste Cinzia Berni e Francesca Nunzi, che tratta con spensieratezza della morte e della solitudine, dei miracoli che un grande amore può arrivare a fare. Anche tornare dall’Aldilà. Fa strano vedere la Nunzi imbruttita, arruffata, con abiti che mortificano il suo fisico giunonico, spesso ammirato dal pubblico in pellicole “spinte” come “Monella” e “Trasgredire” di Tinto Brass e “Adesso Sesso” di Carlo Vanzina, fino allo spettacolo teatrale “Volevo fare la mignotta” del quale è anche autrice. Un personaggio, quello di Ada, che si ispira alla lunga tradizione delle commedie americane romantiche, nelle quali i protagonisti, imbranati, sfortunati e sognatori, contro ogni aspettativa, ottengono il riscatto dovuto in amore e non solo. Non per niente Ada è ossessionata da quel mondo, da quelle storie, così lontane dalla sua realtà, rinchiusa in quattro mura, d’avanti al televisore e con la sorella Ida che, dopo la morte prematura dei genitori, le faceva da balia. Ida continua a farlo sotto forma di spirito, finalmente riuscendo a scuotere e liberare la sorella da un’esistenza stantia.
Il sarcasmo brioso della Berni, l’atmosfera magica e surreale, la verace performance “napoletana” di Marco della Vecchia di contrasto alla lamentosa e pasticciona Nunzi, fanno di “Signorine in trans” uno spettacolo piacevole pur nelle sue numerose banalità narrative, nelle battute spesso scontate e infantili, negli stereotipi marcati come nel caso di Gianni, gay che si esalta banalmente per una parrucca bionda e per un paio di tacchi.


Caterina Sabato 08/05/2016

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