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Milano: il Festival Tramedautore chiude i battenti della XVI edizione con tre spettacoli memorabili

Divertente, ironico, irriverente: così possiamo definire lo spettacolo “Lourdes” di Luca Ricci che inaugura il ricco ed intenso week-end milanese al Teatro Grassi di Milano nel segno del Festival Tramedautore. Liberamente ispirato all’omonimo romanzo del 1998 di Rosa Matteucci, “Lourdes” si presenta come uno spettacolo provocante e provocatorio: uno sfacciato pellegrinaggio in un luogo che amalgama sacro e profano, religione e tradizioni popolari in cui Andrea Cosentino veste i panni di una “dama di carità” accerchiata da una “schiera” di personaggi inverosimili ed irrazionali, che tanto fanno ridere il pubblico. Nel libero adattamento di Luca Ricci, un esilarante e strepitoso Andrea Cosentino dà vita a una spassosa sarabanda di personaggi, ciascuno con i propri desideri ed illusioni, tutti in viaggio verso Lourdes, tutti in attesa di un miracolo. Un monologo ritmato e ricco di sfumature quello di Cosentino che si avvale delle musiche originali eseguite dal vivo da Danila Massimi. Uno spettacolo che alla fine commuove lo spettatore messo di fronte ad una grande verità. Talvolta infatti siamo così presi dalle apparenze che confondiamo il disegno divino con la nostra presuntuosa arroganza. Ciò che forse ha IMG3527reso ancora più speciale la rappresentazione di “Lourdes” è stato il racconto in prima persona dell’autrice del romanzo, Rosa Matteucci ad introduzione dello spettacolo. L’emozione della sua voce è testimonianza di un viaggio alla scoperta di se stessa. Sempre in tema di scoperta di se stessi, è “Natura morta con attori” di Fabrizio Sinisi con Alessandro Averone e Federica Sandrini per la regia di Alessandro Machìa. Questa produzione della Compagnia Lombardi-Tiezzi in collaborazione con AC Zerkalo Teatro, racconta dell’incontro, da internet alla realtà tra Marta e Matteo. Lei prostituta è un’aspirante attrice, lui è ex scrittore e ora killer di poeti. La loro relazione fa nascere un dialogo d’amore, disperato, feroce, alla ricerca della verità con se stessi e con gli altri. Bisogna vivere veramente. Un uomo e una ragazza. Matteo e Marta semplicemente. “Natura morta con attori” è un testo rovente, di insolita attrattiva. Il dramma tocca tutti i grandi temi che attraversano la storia del teatro e del pensiero: il problema dell'essere e del non essere, dell'identità e della verità. Ma si parla soprattutto d'amore inteso come abbandono, come unica possibilità di questa nostra esistenza. Ma di riflessione sulla condizione umana è il bellissimo “Esilio”, con Serena Balivo e Mariano Dammacco. Ideato e diretto dallo stesso, lo spettacolo viene presentato in anteprima assoluta a Milano con la collaborazione di Campo Teatrale. La storia quella di tanti di noi, quella di un uomo che, come tanti al giorno d’oggi, perde il lavoro. E con esso progressivamente perde il proprio ruolo nella società, la propria identità. La discesa in un baratro che può finire solo nel momento in cui, costretto a chiedersi come e perché sia finito in questa situazione, l’uomo è costretto a fare i conti con se stesso, la propria coscienza, la propria anima. In una messa in scena che sembra ricordare alcune pellicole di Charlie Chaplin, si racconta la storia degli ultimi, nella fattispecie di un uomo come tanti al giorno d’oggi, che è spinto a sentirsi abbandonato e solo seppure all’interno della sua città. Gli spettatori partecipano all’impacciato e bizzarro tentativo di quest’uomo di venire a capo della situazione in un dialogo onirico con se stesso e con le proprie ossessioni. Il linguaggio scelto è quello del surrealismo e della comicità che riescono a procurare visioni della vita di tutti noi in una forma sfigurata che ne mostri le incoerenze e proponga qualche quesito su questo nostro strano e sempre più pazzo modo di vivere.

Adele Labbate

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