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Milano: al Teatro Manzoni va in scena il leggendario “West Side Story” per la regia di Federico Bellone

A esattamente 20 anni di distanza, un Federico Bellone visibilmente commosso, saluta la prima di “West Side Story” in scena a Milano al Teatro Manzoni. Bellone che è il regista del nuovo allestimento nazionale, dichiara di essere particolarmente legato a questo capolavoro della musica e della danza, perché ha segnato il suo esordio nel mondo dello spettacolo alla corte del re del musical, Saverio Marconi. Oggi oramai quarantenne Bellone riporta in auge sulle scene italiane il grande capolavoro del teatro musicale “West Side Story”. L’evergreen è basato su “Romeo e Giulietta” vincitore di un Grammy, ben sei Tony (gli Oscar del teatro) e addirittura dieci Oscar nella sua versione cinematografica con Natalie Wood. Lo spettacolo (rimarrà in cartellone fino al 9 ottobre) nel rigoroso rispetto del testo originario, è ambientato nella New York degli anni ‘50 al posto di Verona, JETS (americani) e SHARKS (portoricani) prendono il posto dei Montecchi e dei Capuleti. Nella guerra tra bande, s’innesta la storia d’amore tra Tony e Maria. Il musical è l’occasione per ammirare le performance di un cast di ben 33 elementi e ascoltare le indimenticabili melodie come “Maria”, “America”, “I Feel Pretty” e “Tonight”. Lo spettacolo completamente in italiano, è prodotto in Italia da Wizard Productions (gli stessi produttori di “Dirty Dancing” e “Fame”), e al debutto nella prestigiosa cornice del Manzoni, è stato salutato dal consenso del pubblico. Lo spettacolo, fedele alla tradizione, con le coreografie originali del leggendario Jerome Robbins, sono state riprodotte da Gail Richardson. Le musiche del genio Leonard Bernstein, le parole delle canzoni e il libretto dei pluripremiati Stephen Sondheim e Arthur Laurents e la regia di Federico Bellone regalano alla platea milanese uno spettacolo completo: voci grandiose come quelle di un convincente Luca Giacomelli Ferrarini, un artista completo, attore, cantante, ballerino.wss2

Classe 1983, il veronese Ferrarini ha regalato uno straordinario Tony, avvilito e annientato dall’odio tra le bande e l’amore per Maria. Ferrarini mostra di possedere un’estensione vocale notevole e Shakespeare sembra “inseguire” il giovane artista. Infatti in passato è stato interprete di “Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo” nel ruolo di Mercuzio. Accanto a lui la coprotagonista Eleonora Facchini nel ruolo di Maria. La Facchini incarna l’ingenuità, il candore e la spensieratezza del personaggio di Maria riuscendo a trasmettere il senso di addolorato sfinimento. Ma al di là dei singoli interpreti, il successo di questo spettacolo è da attribuire all’attualità del testo. Infatti la lotta dei piccoli eroi per sopravvivere ad un contesto macchiato dall’odio e dalla violenza è il motivo di maggior attrattiva di questo dramma intramontabile. Ancora una volta dunque, fin dalle prime note fino all’ultimo strascico di voce di un Tony in fin di vita, “West Side Story” si presenta come uno dei più indimenticabili musicals e una delle più grandi storie d’amore di tutti i tempi. Questa versione di Bellone, sontuosa e vivace, ha però sofferto negli spazi, risultando un po’ soffocata, in quanto il palcoscenico del Manzoni non è così grande da poter ospitare una scenografia di tutto rispetto e di ampio respiro come quella di Cristiano Colombo. Una nota di merito va al reparto costumi di Anna Reginato. I costumi delle protagoniste femminili in particolar modo sono degli esempi di straordinaria sartoria, capaci di far rivivere i mitici anni ’50. Lo spettacolo è curato nei minimi dettagli e tutti i reparti sono ben amalgamati tra loro. Un musical che mescola bene la vicenda drammatica, la musica, la poesia e la danza. L’atmosfera è elettrica , l’azione drammatica è piena di colpi di scena. E la storia d’amore che coinvolge inevitabilmente il pubblico, intrisa di umorismo e dramma, sulle note di celeberrime melodie, si conferma, anche in questo nuovo allestimento tutto italiano, come il capolavoro del teatro musicale. E se Shakespeare fosse tra il pubblico, sarebbe orgoglioso che i suoi versi si siano tramutati in una leggenda musicale e applaudirebbe di certo il risultato di questa fantastica e coraggiosa produzione.

Adele Labbate 04/10/2016

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