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Al Teatro Vittoria, tra melodie e versi, si canta e si racconta “Il dolore pazzo dell’amore”

Si respira l’atmosfera agrodolce e colorata della Sicilia, con la musicalità del suo dialetto, la melodia dei suoi canti, l’intensità dei suoi sapori e delle sue tradizioni, nell’emozionante e originale spettacolo di Pietrangelo Buttafoco, “Il dolore pazzo dell’amore”, in scena al Teatro Vittoria di Roma fino al 9 ottobre.
Lo scrittore, insieme al “musicista-musicante” Mario Incudine, trascina il pubblico in un suggestivo viaggio fatto di musica e parole, di racconti e ballate, di note strimpellate e di ritornelli intonati, tra le diverse storie della sua terra, parlando di vita, di morte e soprattutto d’amore.
Così, dinanzi al suo leggio, Buttafoco , accompagnato dal sottofondo di una chitarra, di un pianoforte e talvolta di una fisarmonica, si trasforma un vero e proprio cantastorie di un grande “cunto”, raccontando antiche tradizioni del sud, con i suoi dolore2personaggi, con i re, le regine, le ninfe, la signorina Lia, gli operai, i mafiosi e i commissari di polizia. Sono piccole storie di vita passata e presente, ma sono soprattutto vicende che in qualche modo parlano d’amore.
Proprio l’amore infatti sembra essere il filo conduttore di questo percorso in versi, perché è l’unico sentimento nel quale bisogna credere sempre, anche quando fa impazzire di dolore.
In un excursus che va dallo scrittore israeliano Abram Yehoshua fino a Pirandello, passando per storie realmente accadute e leggende, si canta l’amore in tutte le sue dimensioni: amore che sa di malinconia come una lettera d’addio, amore che sa di passione, amore che sa di sofferenza e follia. Tra primi ed ultimi baci, incontri che diventano eterni, atroci addii e ricordi familiari, l’ interpretazione sentita di Buttafoco si fonde e si alterna con le melodie di Incudine che, con i suoi canti e i suoi accordi, vivacizza e conferisce maggior intensità alle parole . Non è un musicista, è un musicante che offre le sue note per matrimoni, funerali e specialmente serenate, come quella che viene improvvisata sul palco, rievocando quella dimensione festosa e gioiosa che precede il matrimonio nei paesi del sud. I canti popolari si alternano ad altri più recenti, tutti accomunati dal suono del dialetto siciliano con il suo fascino senza tempo.
Tra personaggi che emergono dal passato, esecuzioni al piano e alla chitarra, nostalgiche melodie di fisarmoniche e tamburelli, stati d’animo che volteggiano velocemente al ritmo di una giostra , le parole declamate scorrono leggere, lasciando però dietro di sè una profonda scia di emozioni e pensieri.
Pietrangelo Buttafoco padroneggia la scena con sicurezza , riuscendo a trasformare un reading in un vero spettacolo, un racconto intessuto di musica e versi, in cui si dimostra un cantastorie esperto, potendo contare sul talento musicale di Mario Incudine e Antonio Vasta, che con i loro strumenti, riescono spesso a dar vita a suggestivi piccoli concerti di intermezzo.
“Il dolore pazzo dell’amore” è quindi un duetto particolare, intenso e coinvolgente, fino al toccante e corale finale.

Maresa Palmacci 01/10/2016

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