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Il floppy disk è vivo e lotta insieme a noi: negli Usa controlla le testate nucleari

Cosa resterà degli anni Ottanta? Oltre agli anni veri di pubblicità e a quelli allegri e depressi di follia e lucidità, s’intende. Bene, la sconcertante risposta è il floppy disk. Non in senso ironico, estetico, distaccato o post-moderno. Non come icona sulle t-shirt da comprare on-line per dimostrare che si può essere nostalgici dell’era Windows ’98 anche se si è nati nel 2000. Neanche come orecchino in pasta fimo da portare rigorosamente spaiato una volta acquistato sulle bancarelle di qualche mercatino indie insieme alla borsa formato vinile, alla riproduzione non troppo credibile di un Casio e al portamonete di Doraemon.
Il floppy è qui, fierissimo, a ricoprire un ruolo di rilevanza mondiale non per la sua estetica ma per il suo funzionamento. Non è un’esagerazione: oggi come oggi, il sistema che sta a capo di forze armate, missili a gittata intercontinentale, bombe rizzitecn1atomiche e portaerei degli Stati Uniti d’America è gestito da un computer IBM/Series 1 – direttamente dal 1976 – e dai suoi floppy disk da otto pollici (quelli grandi e con il buco al centro, per capirsi). Nonostante le apparenze, questa non è la classica bufala acchiappa-click che si trova quotidianamente su internet. La fonte, più che affidabile, è un’agenzia governativa statunitense: il Government Accountability Office.
Ma come si può credere che uno degli stati più potenti del mondo possa affidare la sicurezza non solo nazionale ma del pianeta a una tecnologia così arretrata?
Perché funziona. Testuali parole della portavoce del Pentagono, Valerie Henderson. Ed è lo stesso motivo per cui a fare buona compagnia alla Difesa ci sono anche il dipartimento del Tesoro con il suo vetusto sistema a linguaggio Assembly (presente anche, per dire, nel Commodore 64) e il dipartimento di Giustizia che utilizza il Cobol, vecchietto anche lui, ma comunque alla base del Bancomat e di tutte le precauzioni anti Millenium-bug. C’è anche il Michigan poi, che pretende di controllare il sistema di condizionamento d’aria delle sue scuole statali con un Commodore Amiga, ma questo è semplicemente perché gli americani odiano l’istruzione pubblica.
Certo, almeno è un bel risparmio, no? Proprio per niente. Mantenere questi sistemi può arrivare a costare più di sessanta miliardi di dollari in un anno. Il vero motivo per cui non vengono ancora mandati in pensione è che, semplicemente, in un’era di connessioni internet ad altissima velocità e accessibili più o meno a tutti arrivare ad hackerare una tecnologia di trent’anni fa è molto più complesso del previsto. Provateci, hacker, provateci con i vostri iPhone a insidiare un floppy.
E infatti, la notizia che spaventa non è tanto che un vecchio, solido, affidabile dispositivo di memoria di qualche decade fa sia lì a gestire le armi nucleari. Il problema è che alla Casa Bianca si usa ancora il Blackberry.

Davide Antonio Bellalba  05/06/2016

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