L’essenza della messa in scena teatrale si sa, è incarnante rispetto al cinema o alla scrittura di un testo. Così Marianna De Pinto effettua una trasposizione del libro documentaristico “Ostinata Passione” di Cecilia Mangini, in una drammaturgia teatrale che ritroveremo in scena dal 21 al 23 aprile presso l'Altrove Teatro Studio.
La sua regia ci racconterà la figura scomoda di Cecilia Mangini mediante la narrazione della seconda metà degli anni cinquanta, in cui il cambiamento sociale si inizia a respirare nell’aria a colpi di boom economici e illusioni appartenenti ad un universo archetipico e comunitario. Una donna che aveva e che ha qualcosa da dire, rompendo gli stereotipi e le convenzioni che hanno strutturato i ruoli femminili.
Marianna De Pinto insieme alla supervisione artistica di Marco Grocci e le luci ombrate di Gennaro De Pinto, ci porteranno in scena una Mangini (interpretatata dalla stessa De Pinto), ostinata al punto da imporre la propria personalità in un ambiente tutto maschile, in un momento storico in cui le donne appena cominciavano un percorso di auto–consapevolezza che le avrebbero portate nei decenni successivi alla lotta per il riconoscimento dei propri diritti, venivano fermate.
“Ostinata passione” sarà capace di farci sprofondare in diverse riflessioni sui diversi rituali sociali, come il rituale della morte, della lotta e della sopravvivenza ai nemici. Cosa, da allora, è cambiato?
L’appartenenza alla terra, i rituali legati alla raccolta, la sacralità di una vita mai semplice ma pur sempre necessaria come un destino, come il perpetuarsi delle stagioni.
Lasciandoci con un punto di domanda ancora attuale che è anche quello su cui fonda l'intero spettacolo: “Ma quando il cambiamento non significa progresso, a cosa o a chi serve?
Carmela De Rose 20/04/2023