Dal 25 marzo, ogni giovedì a mezzanotte, Giovanni Arezzo legge uno dei 36 racconti tratti da “Musica per Organi Caldi” di Charles Bukowski. L’Iniziativa nasce nell’ambito di Atlantide 2.0.2.1., contenitore indipendente gestito da una trentina di artisti della scena teatrale contemporanea, che attraverso podcast, video, e live streaming, si sono dati da fare per dotare il teatro di nuovi spazi vitali, in questo momento storico dove la scena tradizionale gli è purtroppo ancora negata.
Arezzo, attore siciliano diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, sembra avere una predilezione per gli autori maledetti, visto che dal 2016 porta in giro il suo spettacolo “Chet!”, dedicato a Chet Baker, il James Dean del jazz, il bello e dannato devoto alla tromba, ma anche all’eroina.
Ugualmente dannato, anche se un po’ meno bello, è stato Charles Bukowski, il cantore dei bassifondi per eccellenza, santo protettore dei banconi da bar, delle corse di cavalli e di un popolo malandato di reietti, tra i quali lui stesso si era incarnato. Il suo alter-ego Henry Chinaski, protagonista delle vicende rocambolesche di “Musica per Organi Caldi”, è un antieroe purosangue, 50% istinti bassi e 50% whiskey. Le sue imprese disgraziate prendono vita su Spotify attraverso la voce dell’attore siciliano, graffiata e tagliente come l’ironia con cui lo scrittore americano esorcizza la banale disperazione della vita quotidiana. Ogni lettura di “MPOC/il Podcast” è accompagnata da illustrazioni ad hoc, che fanno da copertina ad ogni episodio, e da una colonna sonora creata da musicisti per l’occasione. Se Bukoski fosse un pezzo musicale probabilmente suonerebbe come un jazz fumoso per locali bui, oppure uno “sloppy drunk blues” per dirla con il suo slang, un blues un po’ sciatto e ubriaco, ed è verso queste sonorità che si muovono le musiche di accompagnamento dei podcast dissacranti di Arezzo, manna dal cielo nel panorama ultra-sconfinato e ultra-commerciale di Spotify, in cui la materia letteraria rimane merce abbastanza ricercata.
È inoltre disponibile su Youtube “MPOC/Making Of” un vero e proprio dietro le quinte, che svela tutti i retroscena delle registrazioni e dello scambio tra gli artisti, attraverso la telecamera di uno smartphone.
“Non riesco a affrontare la vita, quando sono sobrio” ripete Hank Chinaski, e in questo periodo vuoto di stimoli culturali è difficile anche per noi, per questo ci servono più iniziative come “MPOC”.
(Illustrazione di Mr. Peppe Occhipinti tratta dalla copertina del podcast “03/Una Coppia di Gigolò”)
Elisa Macci 12/04/2021