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Peppe Servillo e Solis String Quartet in concerto a Roma

Nov 13

La prima sensazione è quella di essere in un altro tempo, lontano, insolente, in cui i personaggi, dalle storie diverse, vagano alla ricerca del proprio angolo di mondo. Il “presentimento” raccontato dallo stile inconfondibile di Peppe Servillo e dalla forza interpretativa dei Solis String Quartet è la rivelazione di condizioni esistenziali, di tormenti interiori di artisti, poeti, narratori che all’interno dei loro versi preannunciavano segreti quasi impronunciabili. Dopo tre anni dall’uscita di “Spassiunatamente” - che aveva visto per la prima volta Peppe Servillo e il quartetto partenopeo affrontare con grande rispetto capolavori della tradizione classica napoletana - arriva “Presentimento”, uscito per l’iCompany, che può essere considerato una prosecuzione naturale del disco precedente. Il concerto dell’11 novembre, nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, conferma che il nuovo progetto continua sulla strada della ricerca e all’interno del vasto panorama musicale partenopeo e sperimenta brani classici, attraverso arrangiamenti interessanti e travolgenti.000servillo
La performance spazia da “Palomma” di Armando Gill, alla “Tarantella segreta” di Raffaele Viviani, da “Presentimento” di E.A. Mario a “M’aggia curà” e “Scalinatella” di Giuseppe Cioffi, fino al brano che infiamma la platea, “Mozartango”, impetuoso e trascinante, interpretato dai violini di Vincenzo Di Donna e Luigi De Maio, la viola di Gerardo Morrone, il violoncello e la chitarra di Antonio di Francia. Il quartetto che accompagna le linee melodiche, poetiche di Servillo, segue andamenti sincopati, talvolta assecondando lo spirito partenopeo del brano, inseguendo tessiture cromatiche sferzanti, coinvolgenti, improvvise. Sul palco si crea un’atmosfera teatrale intensa, come se ogni pezzo fosse l’inizio di una nuova storia, di un racconto musicale intonato dalla voce grave, profonda, eloquente di Peppe Servillo. Il suo inconfondibile timbro vocale, infatti, si unisce a uno stile che crea sfumature e colori, e che insiste ostinatamente sulle ultime note, con una sorta di vibrato tremolante e oscuro, pronunciato con pathos e grande carica emotiva.
Il ritmo sostenuto degli archi vive nella “Tarantella Del Vesuvio”, con un’interpretazione melodrammatica appassionante. I due violini procedono insieme mentre il violoncello e la viola disegnano blocchi paralleli, unendosi, verso la fine, in un esaltante esplosione di movimenti ritmici definiti. Scenica l’interpretazione del brano “So’ le sorbe e le nespole amare” di Leonardo Vinci, compositore italiano e uno dei massimi esponenti della scuola operistica napoletana del ‘700. L’arrangiamento del quartetto è fedele alla tradizione, sostenuto dall’interpretazione composta e originale di Servillo. La musica aggiunge senso e profondità ai testi, come se le storie, i segreti dei poeti e le rivelazioni sorprendenti, comiche, venissero raccontate in quel momento per la prima volta, assumendo così un nuovo valore sia poetico che musicale.
Il concerto di Peppe Servillo e dei Solis String Quartet è un momento di raccoglimento che, attraverso uno sguardo puro, percorre la storia di una tradizione radicata nel tempo e nelle coscienze degli uomini. Quell’istante stimola la creatività e l’intelligenza emotiva di grandi artisti che scelgono di ridare luce a tracce di un passato, ormai facente parte della nostra identità.

Serena Antinucci 12/11/2016

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