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KNUP! Istantanee volutamente sfocate, afoni paesaggi comunicanti

Lug 14

Sono in tre: Fabrizio Boffi al piano, alla composizione e all’arrangiamento, Francesco de Palma al contrabbasso e Emanuele Tomasi alla batteria. Sono freschi, decisi, e per questo è stato quasi doveroso per il loro neonato Knup Trio registrare con Emme Produzioni Musicali nel maggio 2015 KNUP!, un album di dieci tracce che impegnano loro e pure noi, bene e tanto.
Hanno uno stile personale e definito, compositivamente ben strutturato e ben dosato. La componente improvvisativa tipica del genere che portano a bandiera, il jazz e le sue caratterizzanti parti libere, si vanno a inserire in un tappeto predisposto, un binario sonoro dal quale è possibile deragliare ma imprescindibile partire.
Cura minimalista, pazienza del dettaglio, ispirazione progressive che sia jazz o punk-rock, influenze sperimentali elettroniche; l’unione di questi elementi ne fanno un prodotto strumentale che non schiva la modernità – ad esempio utilizzando il multitrack recording - ma la ingloba in un progetto di ampie vedute e ricerche. Quello che a noi arriva di tutto questo lavorio è un centrifugato di elementi attinti alle più disparate sorgenti musicali, frullato a dovere da menti creative intrecciate e servito su un vassoio cangiante a seconda dei punti di vista che vi vengono proiettati sopra.knup2
La batteria di Tomasi trascina energicamente il trio, sfondando le porte ritmiche del jazz con tocchi decisamente più rock e punk, ad esempio accompagnando e sostenendo la libertà dei tasti nell’assolo pseudo chitarristico di “Coniglio bianco” e trascinandoli verso l’esplosione del potente finale. “L’ordine delle cose” è forse il pezzo più pop all’interno dell’opera, strutturalmente più vincolato e stabile. Il più breve Punk, che letto al contrario dà proprio il nome del gruppo, e la successiva “Knup” possono essere lette come “manifesto artistico”, una sorta di volontà di invertire lo sguardo comune e mixarlo con altro dal canonico e canonicizzato senza scadere nell’eccesso. “Saturday” è cullato da una vena languida e malinconica, teneramente espressiva, mentre l’incursione di elementi elettronici e della chitarra elettrica di Massimo Colagiovanni in “Film” ampliano l’organico arricchendo ulteriormente il materiale sonoro. Il tono più scanzonato e da divertissement di “Waiting for a Call” esamina una nuova sfaccettatura del mondo musicale di questo terzetto, così come America, che per il gioco tra le voci ricorda invece il mondo classico bachiano. “Kira” ripropone quel tocco punk iniziale, mescolandolo ampiamente con il jazz più puro. In chiusura, “Mr. Jack” è un colpo virtuosistico, cannonata di energia positiva, giocosa e vibrante che chiude in un tranquillo soddisfatto spegnimento.
KNUP! è una raccolta di cartoline dal mondo delle emozioni e degli amori musicali dei suoi compositori.
È un album di figurine dove alcune le hanno già appiccicate – e per bene- loro, ma altre sono ancora nelle bustine sotto la nostra pelle: dobbiamo strapparne l’involucro, farle fuoriuscire e vedere quali ci troviamo. Per ognuno sarà un risultato diverso, qualcuno ne troverà di nuove e qualcuno di doppie, uguali alle loro: l’importante, come sempre, sarà finirlo tutto, quest’album dalle molteplici evocazioni. O forse, come sempre, nessuno riuscirà mai a finirlo, a sentirlo esaurito; e sarà proprio quella spinta continuamente rinnovata, quel desiderio di ricerca che mai si sopisce, a volercelo fare cominciare di nuovo.

Giulia Zanichelli 15/06/2016

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