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Christian Pabst, il pianista che ci porta nei non-luoghi attraverso il jazz. Fuori dal 30 aprile il nuovo disco ‘Balbec’

Mag 19

"Balbec", luogo dell’anima ricco di profumi, distese naturali e suoni suggestivi in cui Marcel Proust ci trascinava nelle prime pagine de “Alla Ricerca del Tempo Perduto”, dà il titolo al nuovo album in trio del pianista jazz Christian Pabst. Difatti, sin dal primo ascolto, non impiegheremo troppo tempo a teletrasportarci in una realtà lontana, colma di magnetismo e rimandi alla vita passata. Un ritmo vivace e scandito si eleva passo dopo passo travolgendoci con una ventata di ricordi carezzevoli che si fanno via via più impetuosi.
Il disco, fuori dallo scorso 30 aprile per l’etichetta Jazz Sick, è composto da sette brani originali che vogliono rappresentare i nuovi inizi e le ripartenze. Scritto e registrato durante il periodo pandemico, l'opera diventa uno slancio per tornare ad apprezzare le piccole cose e la semplicità, i rapporti umani e la natura.
L’intento del pianista, al suo quarto lavoro come leader, non è di certo quello di rendere omaggio all’opera proustiana né di trasformare in musica le pagine più belle della letteratura francese. Al contrario, l’artista vuole accompagnare l'ascoltatore in un luogo che non esiste, una città fantastica e immaginaria dove posare i piedi e godersi l’essenza.
Christian Pabst, di origini tedesche, si è trasferito in Italia dopo aver vissuto 15 anni ad Amsterdam, scegliendo Perugia come posto dove mettere le radici proprio durante la pandemia. "Tutti mi hanno detto che sono pazzo! Come mai un tedesco si trasferisce in Italia quando tutti gli altri fanno il contrario?”- così racconta. Ma forse non c’è una risposta a questa domanda, dopotutto, come ci insegnano i poeti del Romanticismo, sono i tedeschi i veri viaggiatori di questa terra. Ed è forse per questo che il musicista ha scelto di dedicare il suo lavoro ad una città inesistente ma immortale.
Ad accompagnare Christian Pabst al pianoforte, c’è il tedesco André Nendza al contrabasso e l’olandese Erik Kooger alla batteria. Con "Balbec" potremo immergerci in un viaggio onirico della durata di 45 minuti fatti di suoni netti e limpidi ed architetture armoniche.

Elisabetta Di Cicco  19/05/2021

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