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Vajont: metafora degli eccidi di stato

Tragedia del Vajont, 1963.
Terremoto dell’Aquila, 2009.
Esplosione di un treno cisterna a Viareggio, 2009.
Crollo della Torre Piloti di Genova, 2013.
Amianto della Fribonit-Broni, centinaia di morti in 60 anni di produzione.
Nel video-racconto della giornalista Lucia Vastano - girato da Maura Crudeli e Federico Alotto - la parola tragedia sembra quasi un eufemismo: tutto ciò che è accaduto poteva essere evitato, ma così non è stato in nome del profitto, unico vero Dio dell’uomo.
Il Vajont diventa metafora di tutte le “tragedie” italiane e simbolo del capitalismo spietato che non conosce umanità e non riconosce nessun limite, nemmeno quello dato naturale. Secondo la giustizia, i responsabili sarebbero dovuti essere condannati e invece ad essere condannati, ignorati, addirittura sbeffeggiate sono proprio le vittime e i superstiti. E per loro e grazie a loro che questo documentario è stato realizzato, con l’aiuto di Medicina Democratica e Aiea Onlus, Associazione Italiana Esposti Amianto.
"I Vajont" è un documentario, ma non è solo un documentario. È indirettamente l’autobiografia di una perdita, che attraverso i parenti delle vittime racconta il proprio dolore per la morte di un padre a causa dell’amianto. È la cronaca di cinquant’anni di malaffare italiano e allo stesso tempo mostra i volti delle persone che si celano dietro agli anonimi titoli dei giornali. È un atto di umanità perché attraverso interviste e incontri con le vittime e i loro parenti getta una luce laddove i microfoni della stampa non arrivano.
Cosa c’è dopo la tragedia? Emerge un dramma ancora peggiore della tragedia stessa: l’essere abbandonati dal proprio Stato,l’essere dimenticati dall’opinione pubblica pronta a scandalizzarsi per il disastro successivo. La difficoltà più grande è cercare di ricostruirsi una vita giorno dopo giorni anno dopo anno, nell’assenza degli affetti perduti, lontani luoghi in cui si è cresciuti. Il cittadino da vittima sopravvissuto – alla perdita o al disastro stesso – diventa naufrago costretto a costruirsi senza aiuti una zattera che da sistemazione temporanea diventa la sua nuova “casa”.
"I Vajont" vuole porsi come memoria storica perché ha la pretesa di immortalare attraverso testimonianze ed immagini ciò che è accaduto, analizzando lucidamente cause e conseguenze dei fatti. È un tentativo riuscito di rifondazione di memoria collettiva, una contro narrazione alla storia ufficiale, da sempre scritta dai potenti e vincitori. Chi conosce il passato controlla il futuro e se gli italiani vogliono davvero un futuro diverso per sé e i propri figli devono farsi custodi della memoria della tragedia che hanno vissuto. Un’altra via viene mostrata per uscire dall’impantanante indifferenza e rassegnazione in cui l’Italia sembra affondato da decenni.
Lucia Vastano raccoglie gli insegnamenti di Gandhi e indica come esempio da seguire la reazione di protesta delle donne indiane dopo il disastro di Bhopal, le parole dell’attivista indiana Vandana Shiva sono un invito a un cambiamento reale.
I Vajont è un’opera necessaria, oggi più di ieri, alla luce dell’ultima “tragedia” italiana dei giorni scorsi in cui lo scontro fra due treni tra Adria e Corato ha provocato 27 morti.
Il documentario è un ponte tra il presente e il passato tra ciò che è stato e ciò che non dovrà più essere, è un viaggio verso la conoscenza intesa come diritto e dovere del cittadino alla conoscenza.

Imma Amitrano 19/07/2016

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