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The Neon Demon: Elle Fanning e Nicolas Winding Refn raccontano il loro film del “futuro”

Arrivano in conferenza stampa in una calda mattinata alla Casa del Cinema a Roma, l’osannato ma anche tanto criticato regista danese Nicolas Winding Refn e Elle Fanning, enfant prodige del cinema americano, per presentare “The Neon Demon”, nelle sale italiane dall’8 giugno.
Lui in elegante completo nero, lei in mini abito bianco con una coroncina fra i capelli. Una sorta di angelica apparizione che, magnetica, ha attirato subito su di sé tutti gli sguardi dei presenti. Un po’ come il personaggio che interpreta nel film: Jesse, adolescente e aspirante modella, che conquista tutti con la sua bellezza e il suo candore suscitando passione, invidia e tanta “fame”.
Si capisce quindi di cosa parlava Winding Refn quando spiegava che per Elle aveva avuto una sorta di colpo di fulmine e l’aveva voluta assolutamente come protagonista di questo film sull’ossessione per la bellezza, un horror al neon senza fantasmi o mostri ma con presenze umane non meno inquietanti.
“Uno degli elementi per i quali io ed Elle quando ci siamo incontrati abbiamo capito subito che era scattato qualcosa tra di noi è che entrambi riteniamo che la bellezza sia un qualcosa di estremamente complesso - ha dichiarato il regista - su cui theneondemonromaognuno ha un’opinione diversa: per alcuni può essere qualcosa di superficiale, per altre persone è talmente importante da spingerli ad andare all’università a studiare i vari concetti, i vari aspetti di quello che la bellezza rappresenta”.
Un film che hanno realizzato insieme, collaborando attivamente, con Refn che ha voluto che la Fanning fosse parte attiva del progetto e non una semplice attrice.
“Quando guardavamo insieme la sceneggiatura Nic mi chiedeva sempre: Ma secondo te una teenager direbbe così? Si esprimerebbe in questo modo? - ha dichiarato l’attrice - e io gli rispondevo: Veramente non lo so, magari forse non parlerebbe proprio così. Quindi è stata molto interessante come esperienza perché abbiamo cambiato molte cose strada facendo avendo girato in ordine cronologico. Per me è stato come andare verso il futuro!”.
“Il nostro film è proiettato verso il futuro - ha aggiunto il regista - e per questo era fondamentale avere un’attrice sedicenne che potesse fare da apripista verso questo mondo. Questo film non si sarebbe potuto realizzare se non ci fosse stata Elle e quel futuro io lo vedo come qualcosa di bello, come un’esperienza entusiasmante, interessante”.
Un film però che guarda anche al passato, in particolare quello sanguinario della Contessa “Dracula”, Elizabeth Báthory, dalla quale il film prende le mosse, che, secondo la leggenda, aspirando all’eterna giovinezza, uccideva giovani vergini per utilizzare il loro sangue come elisir di bellezza.
“Penso, e questa però è una mia riflessione, che io non faccio film, faccio esperienze – ha dichiarato Refn - poi qualsiasi cosa uno ci legga dentro va bene, è fantastica, ma ci sono molte più cose in questo film, non è soltanto questo. Credo che con The Neon Demon Elle ed io abbiamo voluto realizzare un film horror divertente, un melodramma, un film volgare, un film sexy, un film di fantascienza, tutto quello che si può mettere dentro un’esperienza”.
Un’esperienza che, a parte determinati punti fermi nelle produzioni del regista danese, è apparsa subito diversa nel rappresentare la violenza fisica, elemento che contraddistingue da sempre il suo stile: non improvvisa e ripartita per tutta la durata del film ma graduale, ponderata, un’esplosione che arriva solo verso la fine. La domanda, quindi, sorge spontanea, perché questa scelta?
“Sono arrivato alla conclusione che tutti i film che ho fatto fino ad ora non sono stati altro che una preparazione a questo film - ha confessato Refn - per una qualche ragione c’è una specie di filo conduttore che attraversa tutti gli altri film e arriva fino a The Neon Demon. Molto ha a che vedere con la mia fantasia, nel fatto di cercare di capire come sarebbe stato se fossi nato ragazza molto bella visto che sono nato ragazzo ma non tanto bello. In un certo senso credo che sia l’evoluzione fondamentalmente della storia. Come sempre ho chiuso gli occhi e mi sono chiesto: “Che cosa vorrei vedere ora?” Avendo per altro affrontato in tutti gli altri film molta violenza fisica, trovandomi di fronte ad una possibilità così diversa, con tutte queste bellissime donne, avendo davanti a me questa tela così differente, abbiamo pensato di realizzare questo tipo di film”.

Caterina Sabato 08/06/2016

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