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Non è ormai strano selezionare il giorno specifico, scegliere una sala speciale, starsene in poltrona e assaporarsi un bel concerto di una delle nostre band preferite direttamente al cinema, con possibilità di cocacola, m'n'ms e popcorn. In questo caso era il 12 Aprile, in cinema selezionati, il giorno in cui poter vedersi Distant Sky- Live In Copenhagen, il film concerto di Nick Cave & The Bad Seeds, registrato alla Copenhagen Royal Arena nell'Ottobre 2017 e diretto da David Barnard.

Se sia sensato oppure no ricorrere alla mercificazione cinematografica anche dell'esperienza concerto non è importante, probabilmente, e sicuramente non lo è in questa sede. Quello che però accomuna le due esperienze è quell'ottica di ricezione e di immersione nell'ambiente e nelle sonorità (e forse di dovrebbe dire volumi) della venue in cui si fruisce della performance. Come un palazzetto, infatti, anche il cinema non è esente dalle pecche di suono e molte delle considerazioni in merito al film sono profondamente legate alla qualità (o meno) dell'impianto in sala. badseeds

Un problema ancora molto poco dibattuto, nel nostro paese, in merito alla fruizione della musica, sia essa a teatro, in un club, in uno stadio (ancora di più), in un palazzetto, o, da qualche anno, anche al cinema. Un problema forse legato ad una vera e propria mancanza di sensibilità alla questione di fruizione musicale.

Non è sicuramente sensato dibattere sulla qualità indiscussa dei Bad Seeds e nemmeno di zio Nick. E nemmeno riferirsi a quanto passato dalla sua famiglia nell'ultimo periodo (si può facilmente recuperare il bellissimo film di Andrew Dominik del 2016, "One More Time With Feeling") La band, ormai capitanata dall'amato-odiato Warren Ellis, nuova Yoko Ono del Re Inchostro, ripete perfettamente la perfomance perfetta attuata in tutto il corso del tour di supporto a Skeleton Tree, con le dinamiche proprie di una band di primissimo livello, una scaletta architettata alla perfezione, seppur coi suoi naturali sbilanciamenti d'epoca (poche -ma buone- sono le perle del passato) e dimensione, e arricchita dall'estro mai domo del suo paroliere.distant sky3

Quello che però sembra essere il senso di Distant Sky è ripercorrere propriamente l'esperienza concerto, annullando qualsiasi momento vuoto: niente interviste, nessun commento, nessun sottotitolo. Niente che, quindi, possa arricchire in alcun modo l'esperienza concertistica esperita (o meno) dai fans. In questa questione è però importante cercare di trasmettere l'immersione sonora e spirituale al concerto stesso e, in questo, è molto dubbio che si riesca, in un clima determinato dal silenzio -talvolta forzato- di una sala e da alcuni volumi che sembrano emulare le compressioni mp3 di certe frequenze stereo, ad arrivare veramente al cuore dello spettatore. Spettatore sicuramente entusiasta dell'immagine dei Bad Seeds e del loro cantore, delle canzoni e del loro atteggiamento sempre passionale e profesionale, anche senza i vari Harvey e Bargeld, ma un po' stranito nel vedere un concerto al cinema che non è sicuramente come l'esperienza immersiva, poetica e passionale del concerto live.

In alternativa del perdersi la performance di questo tour è certamente consigliato fruire di questo prodotto, ma certe volte è anche bene che quelle sensazioni o siano state prese in faccia o si aspetti un'altra occasione vera e sonoramente potente per poter apprezzare una delle migliori band si possano, ancora oggi, vedere dal vivo.

 

Davide Romagnoli

14/4/2018

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