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“Stella cadente”: il film di Minãrro su un Savoia al trono di Spagna

La quarta giornata dedicata al Festival del Cinema Spagnolo (tenutosi a Roma dal 5 al 10 maggio) si conclude con “Stella cadente”, originale biografia di Lluìs Minãrro sulla figura di Amedeo di Savoia, figlio del primo Re d’Italia Vittorio Emanuele II.
Nel 1870, mentre nella nostra penisola si festeggiava l’annessione di Roma al Regno, decretando di fatto la fine dello Stato pontificio e il passaggio di capitale da Firenze alla città eterna, in Spagna venne proclamato Re il Principe Sabaudo. Un’investitura, questa, pensata più che altro per mettere a tacere le rivolte carliste iniziate a inizio secolo. Il regno di Amedeo non fu infatti facile: rigettato dalla corte e dal governo non riuscì mai a governare liberamente né a farsi amare dal popolo tant’è che dopo appena due anni di mandato, nel 1873, si vide costretto a firmare l’atto di abdicazione, consentendo così alla Spagna di diventare una repubblica. Che la stellasua immagine, quindi, fosse accostata a quella di una stella cadente se ne erano già accorti tutti, storici compresi, i quali addirittura finirono per ribattezzarlo il ‘Re Fantoccio’, proprio a causa della sua mancanza d’autorità.
Il film racconta, dunque, di tale solitudine del Re, interpretato per l’occasione da Àlex Brendemühl, che, per sfuggire alle frustrazioni, finisce per rinchiudersi in se stesso e per soccombere a un edonismo assoluto a base di amore e piacere, cibo e bevande. Il tutto, venendo perennemente assistito dai suoi servitori, tra i quali il nostrano Lorenzo Balducci (“Ma che colpa abbiamo noi” e “Io, Don Giovanni”). Avvalendosi del talento fotografico di Jimmy Gimferrer, Minãrro confeziona così una serie di tableaux vivants che raffigurano la vita a palazzo, in una miscela di ingredienti diversi che vanno dal dramma alla commedia e dal surrealismo al musical. Emblematica e già cult la scena in cui Balducci, nelle vesti del fedele servo, si masturba penetrando un melone poco dopo servito al re durante la cena: sfregio a un sovrano poco amato o, al contrario, simbolo della sua attrazione? La verità non ci è data saperla, ma di certo il regista fa centro in ogni caso.
“Stella cadente” suona insomma come un j’accuse a danno della vacuità del potere e delle sue dinamiche il più delle volte fallaci. Un pretesto per parlare della ben più moderna Spagna, del suo governo corrotto e della nozione di patria, facendoci sorridere con amarezza e pensare con ironia.

Camilla Giantomasso 09/05/2016

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