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"Senza distanza" di Andrea Di Iorio: il bed & breakfast degli amori lontani

In un bed and breakfast di una località non altrimenti specificata, ogni camera è una città del mondo e chi accetta di soggiornarvi vive nel rispettivo fuso orario, seguendone le tradizioni.senzadistanza3

All’interno, in realtà, si svolge un corso di preparazione per relazioni a distanza: le coppie accettano la regola di consegnare i cellulari e non incontrarsi al di fuori degli orari previsti. Enzo e Mina (Marco Cassini e Lucrezia Guidone) decidono di tentare l’esperimento convinti della loro relazione, e così Marco e Catia (Giovanni Anzaldo e Giulia Rupi) ma l’arrivo di Gaia (Elena Arvigo, precedentemente premiata per le sue interpretazioni teatrali e cinematografiche) ne sconvolge i punti di vista e gli equilibri.

Opera prima di Andrea Di Iorio, presentato in anteprima mondiale alla ottava edizione del New York City Independent Film Festival, "Senza distanza" intende affrontare argomenti complessi e profondi: l’amore, il significato della coppia, il problema della distanza analizzato anche alla luce della necessità per i giovani di lasciare il proprio Paese in cerca di lavoro o per poter fare carriera.

La pellicola, a ben vedere, racconta un’intera generazione: quella del Progetto Erasmus, della crescente disoccupazione giovanile e delle relazioni d’amore senza frontiere. Tante le idee, dunque, non sempre ben sviluppate e realizzate forse anche a causa dei soli otto giorni di riprese e del budget previsto al di sotto dei ventimila euro.

Se è vero che alcune forzature di sceneggiatura e performance sembrano talvolta appesantire il ritmo generale della narrazione è anche vero che ci sono altrettanti momenti in cui le immagini e le musiche (anch'esse composte da Di Iorio insieme ad Antonio Marconcini) contribuiscono ad arricchire il film, consentendo molteplici spunti di riflessione sulle numerose tematiche. Appare infatti un contrappunto interessante quella tonalità di camera fissa e arpeggio meditabondo che permette di fermare un attimo il tempo della narrazione e lasciare proseguire i pensieri. In questo, il risultato del film se ne fa carico e scioglie un po' alcuni dubbi e pecche di cui non è sicuramente esente.senza distanza4

Non è infatti abbastanza emergente e convincente il fatto che ci si trovi effettivamente in un bed & breakfast capace di sfasare temporalmente e diatopicamente le esperienze delle giovani coppie, ma l'ottimo spunto resta inalterato e forse dato un po' per scontato nella narrazione, che invece inizia ad insistere e a spostarsi sulle note di antropologia culturale (dove spunta sicuramente con piacere un certo Malinowski) che è vero che amplificano il contenuto del lavoro ma sono sempre lì pronte a dirottarne l'interessante idea di setting.

"Senza Distanza" è un buon film che, osando molto, eccelle e affonda nello stesso terreno. In ogni caso, sembra che in otto giorni e un microbudget si sia detto veramente qualcosa. Che per il cinema indipendente - soprattutto nostrano - è già un successo.

Pasquale Pota, Davide Romagnoli 09/06/2018

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