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RomaFF11: “Sole, cuore, amore” e la deriva dei nuovi poveri

Alla Festa del Cinema arriva anche il primo titolo italiano della selezione, “Sole, cuore, amore” di Daniele Vicari, che torna al cinema di finzione dopo “La nave dolce”, doc sul fenomeno dell'emigrazione albanese in Italia. Anche in quest'occasione si parla di povertà, di uomini e donne alla ricerca di un futuro migliore, di tradimenti e speranze. Eli (Isabella Ragonese) e Vale (Eva Grieco) sono amiche da sempre, come sorelle, vivono entrambe in provincia di Roma; la prima, sposata con quattro figli, lavora come barista in città, mentre l'altra è una performer in locali notturni.


Entrambe hanno fatto delle scelte ben precise e come tutti fanno i conti con le conseguenze di tali decisioni, portando avanti una doppia lotta contro il sistema di leggi e di valori. Chi per necessità oggettive e chi per affermare con determinazione la propria arte, le eroine di Vicari seguono l'ago di una bussola morale che oscilla di continuo, alla ricerca di un approdo sicuro nell'Italia in piena crisi lavorativa. Eli, poiché il marito (Francesco Montanari) ha perso l'impiego, si spacca la schiena sette giorni su sette, fa bene il suo lavoro ed è amata dai clienti, sempre – o quasi – in orario nonostante debba svegliarsi di notte per prendere il Cotral da Nettuno e fiondarsi in quel magma di caos e spintonamenti che è la metropolitana di Roma.
Vicari attinge all'immaginario cittadino con l'occhio di chi vive sulla pelle lo stesso dramma, immergendosi in uno scenario restituito con la massima verosimiglianza. D'altronde in “Sole, cuore, amore” la ricerca della verità è un fatto etico, che abbraccia situazioni e personaggi d'ogni tipo: dal bus che si rompe per strada lasciando a piedi i pendolari, fino all'arrogante signora borghese che inveisce contro la collega magrebina di Eli, tirando in ballo la questione “razziale” e tutti i pregiudizi che ogni giorno invadono le strade, la televisione, e appunto i bar.


Insomma, ne viene fuori il ritratto della Capitale che corre – non si capisce ancora in che direzione – che vorrebbe essere all'altezza delle altre metropoli europee, anche se “frenata” continuamente da se stessa e dai suoi abitanti: imprenditori cinici e maganer inclini alla violenza che antepongono senza timore alcuno i propri interessi a quelli reali dei cittadini.


E se Eli, nonostante tutto, può contare sull'affetto famigliare, Vale imprime ai passi di danza il sentimento di solitudine che abita il suo cuore malconcio, così lontano da quello della madre che non riesce a perdonarle l'abbandono degli studi universitari in fisica e non comprende la sua professione.
A ripensare l'inizio e la fine del film, un sottile filo rosso raccorda le coreografie allestite dalla ballerina, lasciando intuire allo spettatore le modalità con cui le traiettorie dei personaggi s'incrociano giungendo a esiti differenti. Due sequenze in cui, grazie al montaggio che si fa produttore di senso, arriviamo quasi a soppesare la “fatica” che si addossa sulle protagoniste, poste infine difronte a un bivio. E allora vien da chiedersi: cos'è oggi realmente patrimonio?

 

 

“Sole, cuore, amore”, scritto e diretto da Daniele Vicari
con Isabella Ragonese, Francesco Montanari, Eva Grieco, Francesco Acquaroli, Giulia Anchisi
Sezione: Selezione Ufficiale

 

 

Vincenzo Verderame
17/10/2016

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