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Oncologia e cinema: l’AIOM premia il cortometraggio “La morte del sarago” di Alessandro Zizzo

“Frattanto i pesci, dai quali discendiamo tutti, / assistettero curiosi, al dramma collettivo / di questo mondo che a loro indubbiamente / doveva sembrare cattivo / e cominciarono a pensare, nel loro grande mare, / come è profondo il mare.” (Lucio Dalla – Come è profondo il mare)

Guardando il mare, scostando appena lo sguardo dall’orizzonte, gli occhi capita si increspino con le onde e si perda il punto di fuga: quella necessità prospettica in grado di ricordarti che esiste un confine tra i flutti e il cielo. Alle spalle resta la terra, ed è una terra su cui si consuma una continua lotta tra noi e chi dice che quella in cui affondi i piedi è polvere che non può guarire mai.000sarago
Sulle coste tarantine, tra Maruggio, Campomarino e Torre Ovo, il regista brindisino Alessandro Zizzo ha voluto ambientare "La morte del sarago", cortometraggio da lui scritto e diretto, classificatosi al primo posto nel Concorso Nazionale Premio Associazione Italiana di Oncologia Medica 2016. Il lavoro è stato premiato lo scorso 28 ottobre presso l’Auditorium del Marriot Park Hotel di Roma, nell’ambito del XIII Congresso nazionale AIOM .
A decretare la vittoria è stata una giuria composta da pazienti, advocates, medici, psicologi, giornalisti, attori, registi e infermieri e presieduta dall’attore, regista e sceneggiatore Sergio Rubini, con il consenso del presidente AIOM, Carmine Pinto. “La morte del sarago”, prodotto da Gregorio Mariggiò per “Southclan Arts” e Rastamovie Production, è interpretato, tra gli altri, da Paolo Briguglia, Giorgia Sinicorni, Adelmo Togliani e la piccola Emma Blasi.
Un litorale che ha i toni freddi dell’inverno è il set su cui si snoda la storia del giovane Mario (Paolo Briguglia) che, come le stagioni al Sud, un pezzo alla volta incurva la linea del sorriso, spegne le luci del cuore, allontana l’amore, di fronte all’ineluttabilità di un male incurabile. A fare da contrappunto, c’è un padre alle prese con la cena e con il mondo, con una comunità riunita che ha sempre la ricetta pronta ma che, in fondo, rimane sempre lì ferma, un po’ pescatore assopito, un po’ pesce d’acquario. Chè se lo getti in mare, alla fine, si sa che muore.
“La morte del sarago” rientra, con questo premio, nel progetto di sensibilizzazione fortemente voluto dall’AIOM che già lo scorso anno, in occasione del Congresso Nazionale, aveva dedicato una sessione alla Comunicazione in Oncologia attraverso la Cinematografia. Quest’anno, poi, la scelta di istituire il Bando Cortometraggi “Oncologia e Cinema”: “La visione di film ben realizzati – si legge nella relativa presentazione – può essere di sostegno nella comprensione di questioni non secondarie e nell’insegnamento di comportamenti e principi bioetici a studenti, specializzandi e personale di nursing oncologico e nel migliorare la relazione tra i curanti e la persona malata incarnando nei personaggi questioni cliniche ed etiche altrimenti astratte, come cancro e sessualità e gli effetti collaterali delle terapie. Alcuni film aiutano a riflettere sul senso degli affetti e del vivere, contribuendo a rendere il cancro questione di rilevanza collettiva e sociale.”

Federica Nastasia 02/11/2016

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