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"Ma Ma – Tutto andrà bene": Penélope Cruz donna coraggio per un film senza forza

“Ma Ma – Tutto andrà bene” di Julio Medem, in uscita in Italia il 16 giugno, è uno dei classici film che viene letteralmente “salvato” dall’attore o dall’attrice che lo interpreta. In questo caso il premio Oscar Penélope Cruz, qui anche nelle vesti di produttrice insieme al regista.
Un dramma che viene alleggerito dalla positività e dalla freschezza del personaggio interpretato dall’attrice spagnola: Magda, insegnante disoccupata, in crisi con il marito (il cliché del professore di filosofia che scappa con la studentessa ventenne), scopre di avere un tumore al seno e tenta in tutti i modi di nascondere la malattia al figlio di 10 anni, Dani. “Ma Ma” del titolo sta proprio a significare in spagnolo “mammella”: quella destra viene esportata a Magda dopo una serie di mama2cicli di chemioterapia che le fanno perdere capelli e forza. Solo quella fisica però, perché nell’animo si rivela così vitale da non deprimere le persone che le sono intorno, anzi, la luce che emana a ogni sorriso, la dolcezza e tutto l’amore di cui è capace saranno la salvezza di Arturo (Luis Tosar) che ha perso di recente moglie e figlia. Dotata di autoironia e gioia di vivere, Magda sarà capace nella sofferenza più estrema di appigliarsi con tutta sé stessa alla bellezza della vita: il figlio, il mare, le risate e una misteriosa bambina siberiana.
In una scena, in particolare, tutta questa energia emerge sovrastando il male: quando Magda esulta da sola in casa durante la finale degli Europei vinti dalla Spagna nel 2012, guardando da lontano i suoi vicini fare festa non con amarezza per la sua solitudine, ma con gioia, con gli occhi raggianti di chi crede fermamente di poter vincere la partita contro la malattia.
Penélope Cruz calata, come sempre, perfettamente nella parte, interpreta nuovamente un personaggio forte e tragico trasformandosi fisicamente, offuscando la sua avvenenza e mostrandosi completamente pelata e senza un seno. Era già successo con lo sconvolgente personaggio di Italia in “Non ti muovere” di Sergio Castellitto: ad assisterla solo la sua bravura. Che sostiene mama1anche un film il cui unico merito sembra quello di essere un ottimo “spot” per la prevenzione del tumore al seno. Per il resto la storia appare come la solita retorica del dolore e dei buoni sentimenti, una narrazione senza mordente in cui si prevede tutto sin dai primi minuti. Non esiste un vero approfondimento psicologico sui coprotagonisti che elaborano lutti troppo repentinamente, che chiudono matrimoni con messaggi in segreteria, che accettano “nuovi padri” senza drammi. Si cerca goffamente anche di centrare l’attenzione sulla crisi finanziaria che attanagliava la Spagna in quel periodo, ma il risultato è inconsistente.
Il fulcro di tutto è lei Penélope/Magda così materna, radiosa: basta solo lei, non servono trovate digitali per rappresentare la sua essenza, come fa Medem mostrando il suo cuore battere come fosse un documentario di medicina, né derive kitsch come quella del ginecologo canterino (Asier Etxeandia).
Basta questo esempio di madre e donna coraggio che vince a modo suo la morte per dare una significativa lezione di vita: quella vita che spesso maltrattiamo non cogliendone fino in fondo la preziosità e il lato comico anche nel dolore.

Caterina Sabato 10/06/2016

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