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Le Notti d'Oro: il giro del mondo in 34 cortometraggi

Sono state tre serate all'insegna del variegato panorama cinematografico internazionale quelle dedicate ai migliori cortometraggi del globo, tenutesi alla Casa del Cinema di Roma dall'8 al 10 giugno 2016. Giunte all'ottava edizione, Le Notti d’Oro hanno proiettato i migliori cortometraggi premiati dalle Accademie Nazionali di Cinema facendo tappa in dieci città: oltre alla capitale italiana, Bruxelles, Lussemburgo, Stoccolma, Madrid, Montréal, Lisbona, Atene, Vienna, con termine ultimo del tour a Parigi il 13 giugno. Per valorizzare la provenienze dei 34 cortometraggi selezionati, gli stessi sono stati mostrati in lingua originale con sottotitoli in italiano.
"Bellissima", che lo scorso 18 aprile ha ricevuto il Premio David di Donatello come Miglior Cortometraggio dopo il plauso anche a Lo Spiraglio Film Festival, ha inaugurato le tre serate alla presenza del regista Alessandro Capitani e di Manuela Pineschi, segretario generale dell'Academy Italiana. Capitani ha simpaticamente dichiarato: "È sempre un'emozione vedere il pubblico in sala, perché noi facciamo i film affinché vengano visti".lenottidoro
È stata un vero e proprio viaggio intorno al mondo la visione dei corti successivi, suddivisi fra fiction, documentari e animazione, per far capire quanto sia creativamente vario il panorama attuale dei giovani filmmaker, i quali erano presenti la sera del 9 per presentare brevemente i propri lavori e raccogliere un meritato applauso.
Dal lituanese animato mondo della foresta in "Woods" di Ignas Meilunas, all'israeliano sadico gioco del destino in "April's Fools" di Jonathan Dekel. Dall'islandese rito di iniziazione all'adolescenza e al gruppo delle ragazze popolari in "Rainbow Party" di Eva Sigurdardottir al canadese agrodolce rito di pre-morte del protagonista in "Maurice" di François Jaros. Dai fischietti e dai misteriosi segreti della bidonville sudcoreana in "The Photographers" di Yoo Jaehyun alla crescita in stile "Boyhood" di un adolescente svizzero davanti alla macchina da presa in "Klacey Mottet Klein" di Ursula Meier. Dalla prostituzione francese minacciata da fattori esterni in "La Contre-Alée" di Cécile Dutrocq alla pericolosa strumentalizzazione mediatica taiwanese in "The Death of a Security Guard" di Cheng Wei-Hao. Dalle regole grottesche belghe in "L'ours noir" di Méryl Fortunat-Rossi & Xavier Seron alla piega inaspettata del weekend coi genitori separati della piccola protagonista in "Alles Wird Gut" di Patrick Wollrath, alle quattro storie sullo sfondo della bellezza selvaggia portoghese sul treno in "Encontradouro" di Alfonso Pimentel.
Dalla commovente storia animata spagnola in stile "Piccolo Principe" di un padre e un figlio in "Alike" di Daniel Martinez Lara & Rafael Cano Méndez allo statunitense incontro post internet del timido tipografo protagonista in "Stuttered" di Benjamin Cleary. Dal ritrovo della propria famiglia dalla Malesia alla Danimarca della piccola protagonista in "Home Sweet Home" di Katrine Philp alla tragica meta-supereroistica storia di due fratelli del Burkina Faso in "Twaaga" di Cédric Ido. Dal duro scontro con la realtà della bambina brasiliana protagonista in "My Father's Truck" di Mauricio Osaki allo scontro con le difficoltà economiche e sociali della realtà tarantina del giovane appassionato di Michael Jackson in "Thriller" di Giuseppe Marco Albano. Dal rincontro-scontro di due amiche norvegesi in "Bunker" di Vibeke Heide alla missione per amore del greco protagonista - che ricordava un misto dell'attempato vecchietto di "Up" e di Scrat e la sua ghianda de "L'Era Glaciale" - in "Fig" di Nicolas Kolovos. Dalla lezione di fighting spirit irlandese del giovane protagonista in "Rockmount" di Dave Tynan alla misteriosa figura di una donna rumena in un suggestivo piano sequenza in "Ramona" di Andrei Cretulescu, al Lenottidoro01viaggio spazio-temporale svedese del maestro di arti marziali protagonista in "Kung Fury" di David Sandberg.
Dalla morte che si prende gioco della vita nel messicano "Ramona" di Giovanna Zacaria alla storia di droga ricca di suspence e tensione nel sudafricano "Nommer 37" di Travis Taute & Nosipho Dumisa. Dal ritratto malinconico, irriverente, animato-fumettistico della famiglia nel francese "Le Repas Dominical" di Céline Devaux all'incrocio beffardo delle storie indiane di due ragazze e due migranti in "Aaranyak" di Renu Savant. Dall'animato mondo tutt'altro che apatico dell'imbalsamatore di animali parigino nell'australiano "Ernie Biscuit" di Adam Elliot alla presa di controllo di una trasmissione radiofonica di ispirazione storica nel tedesco "On Air" di Robert Nacken. Dalla tensione della centralinista inglese dei vigili del fuoco in "Operator" di Caroline Bartleet al documentaristico e puntuale racconto della famiglia che cerca di scappare dal regime comunista nel corto dei Paesi Bassi "Verboden Vlucht" di Hester Overmars. Dall'omaggio agli spaghetti-western poetico e animato a ritmo della country music dei Sadies nel canadese "The Ballad of Immortal Joe" di Hector Herrera al topolino dei denti rivisitato in chiave da incubo nel lussemburghese "Quenottes" di Pascal Thiébaux & Gil Pinheiro, alla storia vera ma rimasta tabù di uno degli scrittori più influenti della Repubblica Ceca in "Furiant" di Ondrej Hudeček.
Le Notti d'Oro sono state curate dall’Académie des Arts et Techniques du Cinéma Les César e dall'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello, in collaborazione con la Casa del Cinema. La manifestazione è stata inoltre un'occasione per i registi stranieri di dialogare con i colleghi italiani, nonché di visitare i tesori archeologici, i luoghi del cinema e dell’immaginario filmico della capitale nostrana.

Federico Vascotto 13/06/2016

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