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"Il nostro ultimo": Ludovico Di Martino e il cinema indipendente di qualità

Il cinema italiano sta regalando delle grandi soddisfazioni negli ultimi mesi, una ventata d'originalità e di freschezza in cui tanto abbiamo sperato e da cui fa un certo effetto essere continuamente refrigerati. La testimonianza più recente di questa nuova epoca d'oro è "Il nostro ultimo", prima opera cinematografica di Ludovico Di Martino, studente al Centro Sperimentale di Roma e quasi diplomato: "molti pensano e dicono che ho già ultimato il mio percorso al Centro e in realtà mi va bene così" ha commentato simpaticamente il giovane regista, presentando il suo film al Cinema Nuovo Sacher, il 16 giugno 2016, alla presenza anche di Nanni Moretti che lo ha annunciato con parole di grande stima e speranza. Una programmazione di una sola serata dopo aver vinto come Miglior Film al Ferrara Film Festival e attualmente in corsa con cinque candidature al MIFF (Milan International Film Festival), tra cui Miglior Film e Miglior attore protagonista.01ilnostroultimo
Lo spirito della pellicola è incarnato già dai titoli di testa, "Tutti quelli che hanno lavorato a questo film presentano": si tratta di un'autoproduzione frutto del lavoro di un gruppo di ragazzi intorno ai 25 anni, compresi i due protagonisti Fabrizio Colica e Guglielmo Poggi. Il sapore è del tutto indipendente e traspare dalla scrittura, artigianale ma mai banale, attenta e profondamente sincera, che culmina nella recitazione, coraggiosa e a tratti impertinente ma sempre fedele a se stessa. Memore di piccoli gioielli come "Fino a qui tutto bene" di Roan Johnson oppure il più recente "Fiore" di Claudio Giovannesi, Di Martino racconta la storia di due fratelli, che si chiamano proprio Fabrizio e Guglielmo, i quali in seguito alla morte della madre dopo una lunga malattia decidono di esaudire il suo ultimo desiderio: una vacanza di famiglia in Sicilia. Così, bara legata al portapacchi di una vecchia utilitaria, i due partono per quello che si rivelerà un road movie ricco di sorprese, incontri e scontri sia col parentado e con vecchi amici, sia tra loro stessi, per comprendere meglio la propria famiglia e inevitabilmente la morte.
Si coprono tutte le fasi del lutto durante il film, negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione, a volte in ordine sparso, ma costantemente in modo agrodolce, tragicomico, con delle trovate metaforiche, delicate, divertenti, tutte degne di nota. Si ride e si piange per loro e con loro. Ci si arrabbia, si soffre e gioisce con loro, in un viaggio catartico fatto di duri confronti e toccanti riappacificazioni. Due caratteri molto diversi, come spesso accade tra fratelli: Fabrizio è il maggiore, più cauto, ponderato e che ha seguito tutta la malattia della madre, Guglielmo invece è il "piccolo de casa", ancora con il foglio rosa, impulsivo, che dice sempre quello che pensa e non riflette sulle conseguenze delle proprie azioni.
Ma "Il nostro ultimo" cosa? Il nostro ultimo viaggio di famiglia vero e proprio; il nostro ultimo confronto tra fratelli; il nostro ultimo momento in cui sentirsi così vicini, eppure troppo spesso così lontani; il nostro ultimo contributo al cinema italiano di qualità, che ci auguriamo però non sia davvero l'ultimo.

Una produzione Collettivo Blue&Berry in coproduzione con dispàrte e Stefano Santucci, il film vede nel cast anche Pietro De Silva, Paola Rinaldi, Martina Querini, Jean Christophe Folly, Pierfrancesco Poggi, Francesca Ciocchetti, Nunzia Schiano, Margherita Laterza e la partecipazione straordinaria di Giobbe Covatta. Alla proiezione è seguito un post serata con musica dal vivo e tanti ospiti presso lo Stadlin Club.

Federico Vascotto 17/06/2016

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