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Biografilm Festival: dalla Bologna di Magnus a Frosinone con Calcutta, andata e ritorno in giornata

“Ci sono storie di persone che vale la pena conoscere” è scritto sulle magliette indossate dal Guerilla Staff, l’instancabile truppa di volontari che sostiene il Biografilm Festival dalla prima linea.
E una di queste storie è indubbiamente quella del fumettista Roberto Raviola, in arte Magnus, raccontata dal regista Paolo “Fiore” Angelini nel documentario “Ho conosciuto Magnus”. Presentato in anteprima assoluta martedì 14 giugno ha conquistato la platea principale dell’intero festival, la Biografilm Hera Theatre, dimostrandosi valevole concorrente nella sezione Biografilm Italia e restituendo alla città di Bologna una storia che le appartiene profondamente. Sarà anche per quest’ultimo motivo che la fila del pubblico in attesa si è addossata davanti alle porte del cinema Arlecchino con largo anticipo, regalando al regista e a tutti i protagonisti presenti un caldo applauso di “in bocca al lupo”.Magnus01
Fiore si era infatti riproposto di raccontare la storia del misterioso artista bolognese ponendo al centro, prima di tutto, le tavole dei tre fumetti cardine della sua intera produzione: Alan Ford (‘69-’75), Lo Sconosciuto (’75-’82) e l’episodio La Valle del Terrore per Tex, che lo ha impegnato durante gli ultimi sette anni di vita. E oltre a dare voce ai racconti e ai fumetti, animati da un doppiaggio che enfatizza le vignette, a parlare dell’artista è innanzitutto lo stile filmico utilizzato dal regista romagnolo. Il biopic è infatti composto sia da parti prettamente documentaristiche che da vere e proprie interpretazioni dei racconti stessi dei protagonisti. In questo modo, la convinzione che i tre fumetti siano in realtà trasposizioni delle vicende della vita di Magnus diviene ancora più tangibile e nonostante le tre fasi esistenziali che attraversano, scandite dal susseguirsi di relazioni e affetti precisi, siano ormai chiare, l’aurea di mistero che avvolge il fumettista bolognese chiude il documentario in un perfetto stile giallo.
La quinta giornata si conclude con il live dell’artista romano Calcutta che, in auge dal 2015 grazie all’album “Mainstream”, si aggiudica il tutto esaurito negli spalti del Bioparco, dove i giovani (e meno giovani) bolognesi si dimostrano ferrati conoscitori del suo intero repertorio. “Gaetano”, “Cosa mi manchi a fare” e “Frosinone” accendono di entusiasmo la cava del Mambo e nonostante il giovane cantautore chiuda il concerto dopo soli 45 minuti, la forza biografica dei suoi testi merita una menzione speciale all’interno del programma proposto da Bioparco in occasione di questa sedicesima edizione del Festival.

“Ti presterò dei soldi per venirmi a trovare”: se torni a Bologna, Edoardo, il biglietto lo paghiamo noi, promesso!

Davide Antonio Bellalba 16/06/2016

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