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Biografilm Festival: l’arte fragile e maestosa di Christo

Buon compleanno Christo è il titolo della quarta giornata del Biografilm Festival. E non si tratta di un’allegra trovata per far felici, anche il 13 giugno, i nostalgici del Natale, ma di un focus speciale della sezione Biografilm Arte dedicato a uno dei più importanti artisti del secolo scorso. Quello che oggi viene ricordato come Christo è in realtà l’incredibile sodalizio nato a Parigi intorno agli anni ’60 tra Christo Vladimirov Yavachev e Jeanne-Claude Denat de Guillebon. Il primo, di origini bulgare, inizia la sua carriera parigina come ritrattista e si unirà alla figlia del generale Jacques de Guillebon (figura di gran rilievo nel panorama cittadino dell’epoca), strappandola al suo primo fallimentare matrimonio e rendendola parte attiva della sua ideologia artistica. Pur avendo studiato presso l’Accademia delle Belle Arti e dimostrando un innegabile talento pittorico, il bulgaro muove i suoi primi passi nel mondo dell’arte sperimentando una nuova tecnica basata sull’impacchettamento di oggetti prima, e di monumenti e spazi aperti poi. Nessuna carta regalo, fiocchetto o nastrino: le opere di Christo vedono srotolarsi giganteschi tessuti, per lo più di colore chiaro, intorno a ponti (come nel caso del Pont Christo03Neuf di Parigi), edifici (il Reichstag di Berlino) e monumenti (Porta Pinciana a Roma). Ma l’imballaggio non è la tecnica esclusiva usata da Christo e Jeanne-Claude: il loro intento è infatti quello di spezzare un autismo percettivo, creando una forma di disturbo negli occhi degli spettatori abituati alla presenza di un determinato paesaggio o panorama. In questo modo, non solo chiedono allo spettatore di rivedere le proprie sicurezze e sensazioni, ma di entrare a pieno titolo nell’opera, rompendo la noia di un “già visto” e amplificando, tramite l’occultamento, la bellezza dell’oggetto stesso.
Ed essendo la temporaneità il punto cardine della loro filosofia artistica, quello che domandano alla tecnologia emergente del secolo è di fare memoria delle loro “opere ricreate”. Così, con la difficile messa in moto del loro lavoro artistico, inizia anche quello dei fratelli Maysles (Albert e David) i quali, muniti di telecamere e tanta pazienza, riprendono ogni tappa e sviluppo del lavoro dei due artisti: l’ideazione, l’ardua impresa delle richieste di permesso, la realizzazione, le crisi, le gioie. Tutto rientra nelle immagini rubate dalle loro cineprese che per 26 anni non solo hanno reso il loro lavoro immortale, ma si sono poste come apripista nel genere del documentario.
Per questo Biografilm ha deciso di celebrare, nel giorno del compleanno di Christo e di Jeanne-Claude (scomparsa nel 2009), l’arte di due indimenticabili coppie artistiche del XX° secolo con i 5 documentari dei fratelli Maysles: Umbrellas, Christo in Paris, Islands, Running Fence, Christo’s Valley Curtain.
Difficile definire la grandezza di questi cinque lavori che, come una serie infinita di matriosche, schiudono i propri veli tanto sulle dinamiche più intime e profonde del duo artistico Christo, quanto su un mondo che attraverso le 7 ore di pellicola ha potuto cristallizzarsi.
Ancora al lavoro, Christo inaugurerà la sua prossima opera questo 18 giugno, The floating piers: una passerella galleggiante di 3 km che ha donato alle isole del Lago d’Iseo un collegamento tra loro e la terra ferma e tramite cui sarà possibile “camminare sull’acqua”.
Grazie del regalo Christo e ancora una volta buon compleanno!

Elena Pelloni 15/06/2016

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